Vhernier, marchio di alta gioielleria, ha chiuso il 2015 confermando “un trend di crescita positivo che ci accompagna da diversi anni – ha dichiarato a PambiancoNews Carlo Traglio, presidente e amministratore delegato di Vhernier – e che ha visto la nostra azienda passare da un fatturato di 1 milione di euro nel 2001 agli oltre 30 milioni del 2015, con una crescita del 20% rispetto all’esercizio precedente”.
Vhernier vede come suo principale mercato di riferimento l’Italia che, sul fatturato globale, pesa il 45 per cento. Importanti anche l’Europa e gli Usa che si suddividono equamente il restante 55 per cento. Le prospettive per il 2016 sono ottimiste : “Il 2016 sarà focalizzato soprattutto sul rafforzamento del nostro business negli Usa – ha continuato Traglio – ; stiamo iniziando ad affrontare mercati come il Giappone e la Corea per i quali abbiamo sviluppato delle collezioni ad hoc. Negli Stati Uniti prevediamo un aumento delle vendite pari al 30-40 per cento”.
Infatti Vhernier punta a rafforzare la propria presenza negli Stati Uniti, tanto da aver affidato a Michele Heary, nuovo CEO per l’area, la definizione della struttura americana e la composizione completa dello staff: “Il progetto di espansione sul mercato statunitense – ha continuato Traglio – ha preso il via con l’apertura nel mese di febbraio degli uffici Vhernier, mentre a maggio aprirà la prima boutique a New York: 235 mq distribuiti su tre piani e due vetrine su strada, in una delle posizioni migliori di Madison Avenue. Il negozio si aggiunge a quello di Beverly Hills, inaugurato nel 2008 e a quello di Miami”.
Per quanto riguarda il prodotto, Vhernier continuerà a proporre le collezioni identificative della maison, oltre a “proporre ogni anno una, massimo due linee nuove che andranno ad affiancare i nostri classici – ha aggiunto Traglio –. Proseguiremo con le creazione di alta gioielleria: pezzi unici e di altissimo valore, realizzati con le pietre più belle al mondo, disponibili esclusivamente nelle nostre boutique”.
Rispetto all’andamento del mercato della gioielleria, Traglio ha sostenuto che nel futuro “si consoliderà un trend che ha già preso il via: una performance in crescita dell’alta e altissima gioielleria, a discapito delle fasce bassa e media. Avrà successo chi sarà in grado di proporre creazioni di grandissima qualità che combinano maestria artigianale all’innovazione e sarà premiato chi utilizzerà le pietre migliori. La gioielleria viene vissuta sempre più come un bene rifugio, così come sta accadendo con le pietre preziose, che hanno visto salire le proprie quotazioni del 30 per cento”.