Esercizio fiscale a due velocità per Puma. L’azienda di sportswear ha chiuso il 2015 con ricavi in crescita del 14% (+6,5% a valute costanti) a 3,4 miliardi di euro e utili in calo del 42,1% da 64,1 a 37,1 milioni di euro. A livello geografico, le vendite del gruppo tedesco hanno registrato un +22,5% (+8,8% a cambi costanti) a 1,3 miliardi di euro nelle Americhe, un +4,3% (+3,6% a cambi costanti) per 1,3 miliardi nell’area EMEA e un +17,5% (+7,6% a cambi costanti) per 818,4 milioni in Asia-Pacifico.
Nel solo quarto trimestre, le perdite nette del brand del gruppo Kering si sono ridotte da 4,6 a 4,3 milioni di euro,a fronte di vendite in aumento del 17,1% (11,5% a valute costanti) a 879 milioni.
“Abbiamo registrato una crescita nei diversi segmenti di activewear, trainati da running e training, così come nel segmento lifestyle dove le linee più classiche hanno registrato una buona performance soprattutto nella seconda metà dell’anno. Sono particolarmente orgoglioso dello sviluppo dell’abbigliamento femminile, dove la nostra collaborazione con Rihanna (che il 15 febbraio scorso ha debuttato alla New York fashion week con la collezione Fenty Puma ndr) e il rafforzamento dell’offerta produttiva hanno attirato l’interesse di retailers e consumatori”, ha dichiarato il ceo di Puma, Björn Gulden.