Dall’ultima sfilata di Chanel, quella per la haute couture a Parigi, è passato un giorno. Da quando Maureen Chiquet, una delle poche donne a capo di un marchio del lusso, ne è CEO, di anni ne sono passati nove. Ieri, è arrivato l’annuncio delle dimissioni dal ruolo da parte della manager statunitense, alla guida della firma del lusso dal 2007 e in procinto di lasciare alla fine del mese. Chanel ha reso noto che la decisione è da attribuirsi a “divergenze di opinioni sulle strategie aziendali”. Il suo posto sarà preso da Alain Wertheimer, presidente di Chanel e parte della famiglia proprietaria, in attesa di nominare il nuovo numero uno.
Nel 2015, l’azienda ha comunicato una crescita dei profitti del 38%, un tasso di incremento significativo a fronte delle sofferenze vissute lo scorso anno dall’industria del lusso. Chanel non rende noti il dettaglio dei propri dati finanziari, ma le stime parlano di utili a 1,2 miliardi di euro su 6,5 miliardi di ricavi complessivi. Al di là dei numeri, lo scorso anno Chanel ha preso diverse decisioni importanti, a partire dalla scelta di allineare i prezzi in tutto il mondo lo scorso aprile, di stringere il controllo sulla propria rete di fornitura, di testare l’e-commerce e di spingere sui social network.