La filatura italiana archivia il 2015 con una nuova (per quanto meno ampia) flessione del fatturato e inaugura la 78° edizione di Pitti Filati con espositori in calo del 10 per cento. Sono 115 i marchi presenti a quest’appuntamento fiorentino, dove presentano le collezioni primavera-estate 2017, 21 dei quali provenienti dall’estero, tra cui Gran Bretagna, Turchia, Giappone, Romania e Perù.
Sul fronte congiunturale, i dati preliminari di Smi-Sistema moda Italia evidenziano una chiusura della filatura a 2,86 miliardi di euro di fatturato, in calo dell’1,7% sull’anno precedente. Il dato, seppur negativo, rivela però una progressiva decelerazione rispetto ai tre anni precedenti (dalla flessione del 7,8% del 2012). Entrando nel dettaglio, nella seconda parte dell’anno si è assistito ad un recupero dei mercati , che ha permesso, grazie soprattutto al favore accordato alla filatura laniera, di arginare il calo dell’export all’1,1% a 862 milioni di euro. Ancora più debole il dato sull’import (+0,7%). Nei primi dieci mesi del 2015, le vendite estere di filati pettinati e i misti chimico-lana sono rispettivamente cresciute del 2,9% e del 2,5 per cento. In frenata quelle relative ai cardati (-2,6%), dei filati per aguglieria (-13,3%), dei filati cotonieri (-4,3%) mentre aumentano le vendite dei linieri n(+5,5%).
Per il 2016, precisa la nota di Smi, “nonostante il contesto resti fortemente incerto, per la filatura italiana si confida in una tenuta del mercato anche nella prima parte del 2016 sia all’estero sia in Italia”.