Dalla provincia americana ai flash da red carpet. La passione per la cultura pop dello stilista di Moschino (e non solo) facilita l’approccio giocoso. Che piace a bimbi. E genitori.
Barbie, SpongeBob, Looney Tunes, Superchicche, Super Mario. Le ultime collezioni ready to wear di Moschino sono state un proliferare di personaggi legati alla cultura pop americana, veicolari su abiti e accessori pensati per donne e uomini che non vogliono passare inosservati riscoprendo il proprio lato giocoso. Dal 2013, il direttore creativo Jeremy Scott ha sapientemente introdotto il proprio universo iconografico all’interno del brand italiano attirando l’attenzione di un pubblico anagafricamente eterogeneo. Cover a forma di orsetto, giacche ispirate alle divise dei camerieri di McDonald’s, borse con le orecchie di Bugs Bunny, facilitano il ritorno all’infanzia dei fan. E facilitano l’approdo alle linee per l’infanzia dello stilista. Non solo all’interno del gruppo romagnolo (Moschino appartiene ad Aeffe, e la griffe ha tre label childrenswear), ma anche al di fuori delle mura di ‘casa’. Rilanciare il prêt-à-porter Moschino sulle passerelle, infatti, non ha impedito a Scott di sviluppare la propria linea di abbigliamento e le numerose collaborazioni con aziende internazionali come Adidas Originals, Longchamp, Swatch e Melissa. E anche col marchio tedesco Cybex, specializzato in prodotti di puericultura. Pambianco Magazine ha incontrato il quarantaduenne di Kansas City proprio alla presentazione della seconda collezione di puericultura pesante (sistema 3 in 1 che comprende passeggino e seggiolino auto) firmata per Cybex.
La prima domanda è, ovviamente: come riesce a fare tutto?
Sinceramente amo davvero molto lavorare, amo progettare per dare sfogo alla mia creatività, condividerne i prodotti con quante più persone possibile. Che si tratti di Cybex o Adidas Originals, l’importante è raggiunge la gente.
E quando le persone da raggiungere sono i bambini?
Mi piace poter entrare a far parte anche della loro vita. Perché madri e padri appassionati di moda non possono avere prodotti cool per i loro bambini? Avevo disegnato abiti, scarpe, persino auto (per Smart, ndr) quindi perché non provare a progettare dei passeggini? Perché non infondere la mia personalità in qualcosa di nuovo? Si tratta ancora una volta di un’opportunità per me di entrare a far parte delle loro quotidianità.
Com’è disegnare per i bambini?
Personalmente disegnare prodotti per bambini è esattamente come disegnare per adulti. Progettare significa divertirmi, cercare di essere eccitante, passionale, bizzarro, inaspettato e a volte anche ridicolo. Tutto ciò concorre a formare i tratti caratteristici che cerco di infondere in tutti i prodotti che portano il mio nome.
Che tipo di infanzia ha avuto?
Meravigliosa! Sono cresciuto con mio fratello e mia sorella, forse un po’ viziato perché ricoperto dalle loro costanti attenzioni oltre a quelle dei miei genitori. Abitavamo in una fattoria con tanto spazio per stimolare la mia immaginazione, credo sia stato davvero salutare per arricchire la mia creatività da adulto.
Risiede a Los Angeles, ma vola spesso a New York e Milano per lavoro. Quale città preferisce?
New York ha una mentalità urbana, c’è sempre una certa frenesia. Traggo ispirazione dalla città in cui vivo, Los Angeles. Milano per me è sempre molto Alta Moda, molto glamour e over the top, è anche il motivo per cui mi piace Moschino: una donna che forse indossa troppi gioielli, beve troppi drink e ride troppo forte ma si diverte sempre. Le mie collezioni sono così, come il set di un video di una rock star A proposito di star, Madonna indossa le due creazioni nel videoclip di “Bitch! I’m Madonna” e durante il Rebel Hearth Tour; Katy Perry, Rihanna, Rita Ora, Nicki Minaj sono solo alcune delle artiste che sfoggiano frequentemente i suoi abiti. Che rapporto ha con queste star? Sono parte del mio immaginario creativo ma sono anche vere amiche, sono persone per cui lavoro e con cui cerco di instaurare un rapporto di fiducia. Le aiuto a costruire la propria immagine e loro aiutano me a diffondere i miei look. È uno scambio reciproco.
È molto attivo su Instagram (oltre un milione di follower con l’account @itsjeremyscott, ndr), cosa pensa dei social network e dei fashion blogger?
Adoro i social media perché creano un mondo favoloso attraverso il quale più persone possono condividere idee diverse dalla moda alla politica, c’è la possibilità di vedere più cose. Attraverso i fashion blog una ragazza che vive a Milano, a Venezia, a Taiwan o altrove può trovare prodotti che le piacciono seguendo una blogger, preferendoli magari a quelli pubblicati sull’edizione italiana di Vogue o Elle Francia, è un altro modo per le persone di apprezzare la moda.
A cosa si sta dedicando in questi giorni?
Sto lavorando alla mia collezione autunno/inverno 2016-17 che sarà presentata a New York in febbraio.
C’è sempre qualcosa da fare, è lo spirito della moda!
di Marco Caruccio