Un Natale in frenata per Richemont. Il gruppo svizzero ha diramato i dati relativi al terzo trimestre 2015, quello comprensivo del periodo natalizio e terminato il 31 dicembre, “con risultati in linea con le aspettative, scrive Reuters, ma in calo per la prima volta dal 2008” a parità di cambio. Rispetto allo stesso periodo nel 2014, le vendite sono calate del 4% a cambi costanti mentre, a cambi correnti, sono cresciute del 3% (passano da 2,8 miliardi di euro a 2,9 miliardi). Nello specifico, a cambi costanti, le vendite nel periodo sono scese del 3% in Europa, del 9% in Asia-Pacifico, del 3% nel continente americano. Bene il Middle East e l’Africa, in cui le vendite a cambi costanti restano invariate mentre a cambi correnti aumentano del 4%, e in particolar modo il Giappone in cui i ricavi del gruppo sono cresciuti del 9% a cambi costanti e del 17% a cambi correnti. Il gruppo, in una nota, spiega che “in Europa, il calo del terzo trimestre, che contrasta con la forte crescita vista nei primi sei mesi dell’esercizio, è iniziato a novembre e riflette soprattutto i più bassi livelli di turismo nella regione”.
La gioielleria, a cambi costanti, è calata del 5% mentre a cambi correnti è cresciuta del 2 per cento. Il comparto dell’orologeria è calato del 4% a cambi costanti mentre è cresciuto dell’1% a cambi correnti. Il gruppo riporta un aumento a cambi costanti del 3% e del 10% a cambi correnti in un’altra voce di bilancio chiamata ‘other’: qui la crescita sarebbe trainata dai risultati di Chloé, Montblanc e Peter Millar. I risultati di vendita per quanto riguarda i nove mesi terminati il 31 dicembre sono rimasti invariati a cambi costanti, mentre a cambi correnti sono aumentati dell’11 per cento. Il gruppo prevede che, nel trimestre che si concluderà al 31 marzo 2016, la situazione di trading difficile continuerà a prevalere.