Nel 2016 Ente Moda Italia (società no-profit costituita nel 1983 dal Centro di Firenze per la Moda Italiana e da Sistema Moda Italia) prosegue la sua strategia che da sempre è stata quella di aiutare le piccole e medie aziende italiane del settore a diversificare il loro portafoglio export e quindi a ridurre i rischi connessi all’eccessiva esposizione su alcuni mercati. “Nella situazione attuale, con il mercato interno ancora non abbastanza energico, è molto importante trovare dei partner all’estero che aiutino le aziende a crescere”, ha spiegato a Pambianconews l’Amministratore delegato dell’Emi Alberto Scaccioni. “Cosa non facile oggi, con la situazione che si è creata in Russia che storicamente, almeno negli ultimi 15 anni, è stata grande artefice della compensazione per una parte delle aziende italiane del calo di vari mercati, quello statunitense, giapponese e quello domestico”.
Per affrontare le difficoltà economiche del momento, la ricetta che l’Emi offre alle piccole e medie aziende, è la partecipazione alle fiere internazionali. “Il format fieristico”, ha ribadito il presidente dell’Emi Antonio Gavazzeni, “è un mezzo indispensabile per le piccole e medie realtà del Made in Italy, per penetrare e articolare la loro presenza nei mercati esteri”.
Per questo, nel 2016, ci saranno tre direttrici principali di sviluppo: Cina, Russia e Stati Uniti.
A Shanghai, al salone Chic (16-18 marzo), le aziende italiane si presenteranno in una veste allargata, con il nuovo format che mette insieme all’abbigliamento anche calzature e pelletteria. Non solo: la manifestazione si svolge in concomitanza e nella stessa location di Milano Unica Cina. “E’ molto importante”, ritiene Scaccioni, “è un esperimento che si ricollega alle riflessioni che sta facendo il Viceministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, sulla strategia di razionalizzazione, compattazione della filiera associativa e fieristico-promozionale”.
Prosegue anche l’impegno con la CPM Collection Première Moscow (23-26 febbraio), nonostante il momento difficile per l’economia della Russia, che però mantiene il suo grande potenziale di ripresa, per cui è importante per le aziende continuare la propria presenza sul mercato per non perdere il momento di ripartenza.
L’altro pilastro sul quale l’Emi continua a puntare è New York, il salone Fashion Coterie (22-24 febbraio). Gli Stati Uniti rappresentano un mercato difficile, anche se per motivi diversi dalla Russia e dalla Cina, anzitutto perché è saturo, esigente, molto capillarizzato. La fiera è indispensabile quindi per capire il mercato, mantenervi la propria presenza e seguirlo con distributori e showroom.
Alle tre direttrici principali si affiancano le iniziative più piccole, che sono a Seoul (27-29 gennaio), in Kazakistan (10-12 marzo) e in Giappone (17-19 febbraio).
“La fiera serve a noi anche come antenna sul territorio”, ha concluso Scaccioni. “Se non sei lì, non hai informazioni più sottili che non hai altro modo di percepire, non puoi avere effettivamente la mano sul polso della situazione. Auspichiamo che nel 2016, dalle riflessioni di Calenda, venga fuori un segnale forte di implementazione della presenza italiana all’estero”.