Crisi greca, rallentamento della crescita in Cina, oscillazioni valutarie, concorrenza inasprita, attacchi terroristici, ma soprattutto il crollo della Russia, pesano sul sistema tessile-moda italiano che ha abbassato le stime di crescita per il 2015. Dal +3,7% dello scorso giugno si è passati al +1,1% di fatturato per un turnover di 52,6 miliardi di euro.
“C’è stata la grande perdita della Russia, con un crollo del 32%, mentre la Cina ha molto frenato, ma ha conservato un +9,5%”, ha spiegato Claudio Marenzi, presidente di Sistema Moda Italia, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei dati di preconsuntivo 2015 come riportato da Radiocor. Le esportazioni restano strategiche per il made in Italy, ma rallenta la ricorsa della domanda estera: era il +3,8% nel 2014, mentre per quest’anno dovrebbe mantenersi sul +1,9% a 29 miliardi di euro. Aumenta anche l’import (+6,1%) a 20 miliardi di euro. In calo ancora il saldo commerciale (-6,9%).
Tornano poi in territorio negativo le stime sui consumi interni (-0,8% contro un +0,3% dello scorso anno).
Si ridimensiona, invece, la mortalità delle aziende: -0,7% contro il -2% del 2014. Secondo quanto riportato nella nota, entrambi i comparti della filiera si mantengono in area positiva, anche se il monte archivierebbe il 2015 in sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente (+0,1%), mentre il valle non andrebbe oltre una crescita del +2% (in rallentamento, dunque, rispetto al dato 2014, che si ricorda essere stato pari al +2,8%).
Le prospettive per il 2016 restano comunque tutto sommato buone, nonostante sia difficile al momento anticipare previsioni a medio termine. “Ottobre e novembre hanno dato segni di leggera ripresa – ha aggiunto Marenzi – e possiamo parlare di un velato ottimismo per il primo semestre 2016 per il quale stimiamo un fatturato tessile-moda in crescita del 2,2% annuo. Siamo moderatamente positivi sull’intero anno”. L’export dovrebbe attestarsi sul +2,9%, mentre per il numero di aziende si stima un calo nell’ordine dello 0,2% e per gli addetti dello 0,1 per cento.