Il country manager di Facebook Italia spiega come il digitale sia un’opportunità per i brand della moda. Che stanno appassionandosi ai social (soprattutto a Instagram, acquisito nel 2012) perché accrescono il valore del marchio.
Lo scorso 24 agosto, un solo luogo, e virtuale, è stato in grado di collegare per la prima volta un miliardo di persone, un settimo dell’intera popolazione mondiale. Il luogo in questione si chiama Facebook, realtà fondata nel 2004 da Mark Zuckerberg e capace, in dieci anni, di entrare a far parte della vita delle persone. E delle aziende. Sono ben 2 milioni e mezzo, infatti, gli inserzionisti che usano il social network come piattaforma di business. Il country manager di Facebook Italia Luca Colombo, intervistato da Enrico Mentana durante il 20esimo Convegno Pambianco, ha spiegato come il digitale sia un’opportunità per le aziende di tutto il mondo e, nello specifico, per quelle della moda e del lusso.
Quali sono i dati più significativi della presenza di Facebook in Italia?
Nel nostro Paese contiamo su 27 milioni di utenti in un mese, con punte di 22 milioni in un giorno. Si può dire che circa un italiano su due sia un utente Facebook. Un dato enorme che diventa ancora più rilevante se si passa ad analizzare il tasso di utilizzo: l’importante per noi è quanto le persone ritornano sul sito in un solo giorno.
Tre anni fa, avete acquisito Instagram: quali le sinergie tra i due social?
Il riscontro è stato da subito impressionante. Instagram è una comunità globale di 400 milioni di persone, capace di portare gli utenti dietro le quinte dei più importanti eventi globali. Dallo scorso settembre, il social delle immagini ha reso disponibile in Italia la realizzazione sulla piattaforma di campagne pubblicitarie che permettono ad aziende di ogni tipo e dimensione di raggiungere i propri obiettivi di business, offrendo contenuti di forte ispirazione e altissima qualità visiva.
Ci sono già delle case history di campagne su Instagram nel settore moda?
Certamente. In Italia, ad oggi, hanno già sperimentato le prime campagne su questo social marchi come Yoox, Carrera, Hogan e Armani. Non siamo ancora in grado di condividere i dati precisi circa i risultati, ma sono stati momenti importanti nella costruzione della loro brand awerness.
Un altro valido esempio è quello di Guerlain, che da Parigi ha portato su Instagram la propria linea ‘Terracotta’, con una campagna pensata appositamente, che ha messo al centro dell’adv proprio le immagini.
Le campagne, peraltro, sono integrate tra Facebook e Instagram…
La pianificazione non è mai stata così semplice. L’integrazione tra i due social permette alle aziende di disporre di un’audencie e di utenti fortemente targettizzati. Gli utenti che su Facebook hanno espresso i propri interessi e le proprie preferenze, lasciando quindi dietro di sé una mole significativa di dati, possono essere raggiunti anche su Instagram. Ciò permette un’elevata precisione e una profilazione corretta. Nonostante Instagram abbia meno utenti, sembra essere al centro dell’interesse delle griffe di moda e lusso… Instagram aggrega un quarto degli utenti di Facebook, circa 400 milioni di persone nel complesso. Eppure, la comunità del fashion e del luxury l’ha messo nel mirino, nonostante la penetrazione sia differente. Questo perché il valore delle immagini è da sempre fondamentale per il mondo della moda.
Come sta cambiando il rapporto delle persone con i social network?
A cambiare nell’ultimo periodo è stata soprattutto la modalità di fruizione: di quei 22 milioni di utenti italiani giornalieri di cui parlavo in precedenza, il 90%(circa 19 milioni) si connette a Facebook da dispositivi mobile, ovvero da smartphone o da tablet. Una cifra enorme che riflette le tendenze in atto a livello mondiale: il grosso dell’utenza non arriva più da desktop.
Qual è il consiglio per le aziende che iniziano adesso a vendere i propri prodotti attraverso il web?
Non esiste la strategia perfetta. Nei primi anni si pensava che il successo sui social, in termini di fan, garantisse automaticamente dei risultati: ma col tempo si è capito che non era vero. Ma stimolare gli utenti alla scoperta dei contenuti e dei prodotti si traduce in acquisti, e non importa se questi avvengono dentro o fuori da Facebook. L’importante è avere obiettivi e misurare i risultati: se stai facendo bene (o male), non puoi non capirlo.
di Caterina Zanzi