Giorgio Armani punta sul fast fashion con il marchio A/X Armani Exchange. In una intervista pubblicata oggi su CorrierEconomia, lo stilista ha dichiarato di voler espandere la distribuzione del marchio nato nel 1991 e rivolto a un pubblico giovane, dando anche più attenzione sul prodotto e sull’immagine. La strategia si lega alla decisione, da parte del gruppo da 2,5 miliardi di ricavi generati nel 2014, di riacquistare nel 2014 il 100% del marchio A/X Armani Exchange. Questo era controllato al 50% da un gruppo appartenente a Como holdings di proprietà di un magnate di Singapore, Ong Beng Seng. Nel 2005, Giorgio Armani spa e Como holdings avevano annunciato di aver sottoscritto un accordo di joint venture per la gestione e lo sviluppo del marchio A/X Armani Exchange nel mondo, con la creazione di una società comune denominata Presidio holdings ltd. In base ai termini dell’intesa, Giorgio Armani e Como holdings detenevano rispettivamente il 25 e il 75% di Presidio holdings ltd con l’opzione da parte di Giorgio Armani spa di incrementare la sua partecipazione al 50% nel novembre 2008.
L’obiettivo era quello di aggredire il mercato del fast fashion, lo stesso che ha portato alla recente operazione. Da alcuni anni il gruppo è impegnato in una riorganizzazione per semplificare la struttura societaria. Secondo quanto riportato da CorrierEconomia, le ultime novità riguardano l’incorporazione della Giorgio Armani St nella Giorgio Armani spa, e il riordino delle attività legate all’home con la scissione parziale della G.A. Operations e trasferendo alla capogruppo il ramo d’azienda riguardante la produzione di mobili, arredi ed articolo del marchio ArmaniCasa per accorciare la catena produttiva e logistica.