American Apparel ha fatto istanza di fallimento. Il board del retailer di abbigliamento statunitense, si legge sul New York Times, ha infatti presentato richiesta per entrare nell’iter fallimentare del Chapter 11: una procedura che permette all’azienda, dopo il via libera del tribunale, di risanare la struttura e, dunque, di non chiudere l’attività.
La ristrutturazione dell’azienda, che da anni non registra utili ed è ancora coinvolta in cause legali contro il suo ex amministratore delegato nonché fondatore Dov Charney (accusato, fra l’altro, di molestie sessuali), permetterà di tagliare l’indebitamento da 311 a 120 milioni di dollari. Al momento, non sono previsti licenziamenti.
American Apparel ha siglato un accordo con i suoi creditori che prevede la conversione del debito in azioni e un aumento di capitale, e che permetterà di mantenere aperte le attività produttive di Los Angeles e così anche i 130 negozi negli Stati Uniti, si legge ancora sul New York Times.
Il gruppo ha perso 340 milioni di dollari negli ultimi cinque anni e altri 45 milioni quest’anno.