Il gelato italiano passa di mano. Unilever, multinazionale anglo-olandese, ieri ha annunciato l’acquisizione di Grom, catena di gelaterie, fondata nel 2003 da Federico Grom e Guido Martinetti, che oggi conta 67 negozi nel mondo. Anche se, assicura una nota diffusa dal gigante cui fanno già capo marchi del food&beverage come Algida, Magnum e Lipton, il business “resterà autonomo e continuerà a essere gestito da Federico e Guido da Torino”. I termini dell’accordo non sono stati resi noti.
L’acquisizione da parte del maxi gruppo da 48,4 miliardi di euro di ricavi nel 2014 “è in linea con la crescita del mercato del gelato nel segmento premium” e “rafforza ulteriormente il portafoglio di Unilever nella categoria ice-cream”, oltre al fatto che “facendo leva sulle economie di scala, Unilever favorirà l’accesso a nuovi mercati e aiuterà Grom a creare nuove opportunità di crescita”. Gli ultimi dati relativi al fatturato della casa di gelati torinese, che lo scorso luglio a causa di una diffida del Codacons ha dovuto rinunciare a definire ‘artigianale’ il proprio prodotto, registravano un fatturato di circa 30 milioni di euro.
La storia dei due soci, Martinetti e Grom, è nota ai più: correva l’anno 2003 quando il primo, di professione enologo presenta all’ex compagno di banco, divenuto analista finanziario, un progetto che ha al centro proprio il gelato. Trentaduemila euro a testa per partire, da Torino, alla conquista dell’Italia e del mondo. Fino a far gola a un gigante come Unilever
È presumibile che Gromart, la società per azioni torinese a cui fa capo la catena di gelaterie, verrà fusa per incorporazione in Unilever, portando con sé anche le quote degli altri soci, come il gruppo Illy (Riccardo Illy fa parte del consiglio di amministrazione di Gromart) quella dei qatarioti di Ikram Group e dei giapponesi di Kabushikigaisha Lemongas.