Il manager racconta l’avventura del sito di e-commerce luxury e dell’accordo con Alibaba. Ma, soprattutto, spiega perché scommettere sul web oltre Muraglia.
“La sfida dello shopping in Cina si gioca tutta online”. Thibault Villet, manager con una vasta esperienza in Asia a capo delle filiali di L’Oreal Luxe e Coach China, è il co-fondatore e CEO del gruppo Glamour Sales e del sito di e-commerce mei.com, riservato a prodotti di lusso di brand internazionali come Armani, Versace, Kenzo, Michael Kors nonché di auto come Maserati. Il manager, a Milano per scoprire nuovi marchi, ha raccontato a Pambianco Magazine di come si sia evoluto negli ultimi anni lo shopping in Cina e in particolare dell’importanza di quello online. “Le vendite di e-commerce di lusso in Cina hanno vissuto una forte crescita nel corso degli ultimi cinque anni. Mei.com, dalla sua fondazione nel 2010, ha registrato una crescita a tre cifre ogni anno”, ha sottolineato il manager. E questo è uno dei motivi per i quali il colosso dell’e-commerce Alibaba ha annunciato in luglio di aver investito 100 milioni di dollari nel portale dedicato al fashion. “L’obiettivo di questo accordo – ha continuato Villet – è quello di creare una sinergia tra mei.com e Alibaba per potenziare le vendite di e-commerce di lusso fornendo esperienze di shopping sempre più avanzate e veloci per i clienti cinesi alla ricerca di prodotti di moda e lusso a prezzi accessibili”.
Ma quanto conta lo shopping online in Cina?
L’e-commerce è importantissimo in Cina, soprattutto per le città di seconda e terza fascia anche perché la situazione delle infrastrutture è ancora in gran parte in costruzione. L’aumento degli stipendi e il miglioramento del tenore di vita di una significativa fascia della popolazione cinese, la nuova classe media, ha infatti portato a un aumento del business online. I clienti appartenenti alle città di secondo e terzo livello rappresentano oggi oltre la metà del nostro fatturato, dato che il potere d’acquisto è cresciuto molto velocemente in particolare in quelle province. Oggi, le vendite online provengono per il 50% da smartphone con l’obiettivo di raggiungere il 70% delle vendite totali entro la fine del 2015. Da una ricerca fatta quest’anno, in Cina ci sarebbero circa 1 miliardo di smartphone attivi, quindi le possibilità di business sono ancora molto elevate.
Cosa cercano i consumatori cinesi?
I consumatori cinesi sono attratti oggi da moltissimi marchi. Secondo una ricerca di Kpmg, ci sono circa 270 milioni di consumatori di moda online in Cina, e questo crea moltissime opportunità di sviluppo. In particolare, oggi i giovani cinesi cercano sempre di più marchi che li caratterizzino non per uniformità, ma per un proprio stile personale. Rispetto alla generazione precedente, ora sono più propensi a scoprire nuovi marchi e designer emergenti. Le loro scelte, infine, sono orientate sia ai brand europei e italiani, che amano per lo stile e la qualità, sia ai marchi cinesi che sentono vicini per gusto e fitting.
In questo contesto, come vede il futuro delle vendite online dei brand italiani ?
Come dicevo, i marchi italiani sono molto amati dai consumatori cinesi anche perché sono stati i primi a capire le potenzialità del retail online in Cina. Oggi, il mercato è ancora ad alto potenziale perché è molto aperto in particolare all’entrata di brand giovani, di alto contenuto moda, non solo per quanto riguarda l’abbigliamento, ma anche di accessori e calzature.
Cosa ne pensa delle strategie di adeguamento dei prezzi?
Sicuramente questa strategia è legata alla necessità di armonizzare i prezzi a livello mondiale, cercando così di arginare il dislivello tra la zona euro e la Cina, dove i prezzi al dettaglio possono arrivare a un 70% in più rispetto al Vecchio Continente. Poi, in particolare, le ultime fluttuazioni valutarie hanno creato ancora più divario e questo ha portato molti clienti ad acquistare un prodotto attratti dalla differenza di prezzo.
A questo proposito internet livella i prezzi?
Sicuramente sì. Direi che li armonizza. In Cina, oggi, il consumatore è attento, viaggia non solo fisicamente, ma anche virtualmente. Quindi è a conoscenza del costo dei vari prodotti, ma sa anche che ci sono valute più o meno forti o tasse da aggiungere diverse nei differenti Paesi. I clienti cinesi sono attenti, ma la cosa più importante è che sono attratti dai prodotti ‘in season’, quindi non di passate stagioni o da outlet, per i quali sono pronti a spendere anche qualcosa in più.
Di Chiara Dainese