Più 8% le vendite retail, crescita a doppia cifra nell’area Emeia (Emea più India) e a una cifra in America (high single digit). Un po’ meno vitale l’Asia-Pacifico (low single digit), soprattutto a causa di Hong Kong. Questi gli highlights del bilancio di Burberry negli ultimi tre mesi (aprile, maggio e giugno), durante i quali il gruppo britannico ha realizzato 407 milioni di sterline, +10% a cambi fissi rispetto allo stesso periodo del 2014.
Nella crescita del mercato Emeia si segnala, in particolare, il rafforzamento del settore del traveling luxury in Francia, Italia e Spagna. Dal punto di vista strettamente del prodotto, invece, il gruppo ha visto aumentare il suo core business, cioè i famosi trench coats e le sciarpe di cashmere, ma anche i poncho, “una categoria emergente” per la società. Le strategie di marketing, del resto, si sono focalizzate proprio sui prodotti icona e British-made “che hanno avuto alte performance in questo periodo”, ha sottolineato l’amministratore deletgato e chief creative director Christopher Bailey.
Nel 2016, Burberry punta ad aprire 15 o 20 punti vendita nel mondo, a fronte però di altrettante chiusure.