Hanno invertito la tendenza tra venerdì 29 giugno e lunedì 29 giugno. Da quel momento, i titoli del lusso di Piazza Affari non hanno più cambiato segno, registrando una caduta piuttosto netta che riduce i guadagni da inizio anno. Anche oggi, nella prima parte della giornata, Ferragamo, Moncler, Tod’s e Yoox erano tra i nomi più in sofferenza del listino milanese.
Oltre al generale effetto Grecia che sta penalizzando l’intero listino, il lusso sta probabilmente pagando il crollo della Borsa di Shanghai. A sua volta indice di una situazione economico-finanziaria in deciso riassestamento. Il 26 giugno, infatti, è il giorno del primo netto crollo del listino cinese, in seguito a un report di Morgan Stanley che metteva in guardia su un potenziale riaggiustamento verso il basso. La banca americana indicava una sforbiciata del 28%, cosa che nelle settimane successive si è tradotta in ulteriori cadute della principale Borsa cinese.
I segnali borsistici aggiungono timori alla già poco tranquillizzante situazione del mercato dell’ex Celeste impero. Mercato chiave per le griffe, oggi in una fase di forti aggiustamenti dei consumi e di destabilizzanti interventi legislativi (taglio dei dazi per i prodotti moda e lusso dal primo giugno). Le nuove norme sulle aliquote, per esempio, hanno già sballato gli acquisti a Hong Kong, dove le vendite di lusso sono state in frenata da marzo a maggio. I cinesi, in effetti, attendevano il taglio dei dazi e dei listini a casa propria, e così hanno congelato gli acquisti più cari nell’ex colonia. Lo steso effetto boomerang, peraltro, si teme per lo shopping turistico cinese in Europa.