Sostenibilità. È la parola che più si è sentita ripetere nel giorno del Milano Fashion Global Summit 2015, organizzato da Class Editori mercoledì 1 luglio alla Triennale di Milano. Non solo per tributo a Expo, in omaggio del quale le date del meeting sono state anticipate rispetto a quelle tradizionali, in autunno. Le tematiche “verdi” sono ormai un principio cardine e imprescindibile anche per i settori della moda e del lusso. Ed ecco allora che da Carlo Capasa, presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana (Cnmi), a Michael Beutler, director of sustainability operations del colosso Kering, da Renzo Rosso, presidente del gruppo Otb fino a Diego Selva, head of investment banking Italia di Bank of America Merril Lynch, praticamente tutti gli interventi del panel, come riporta Mf, hanno fatto perno sui temi green e su come la filiera della moda può trarre beneficio anche da quelli più tecnici. A cominciare dallo spreco, alla base proprio di Expo.
Selva, in particolare, ha presentato un’analisi sulla relazione tra sostenibilità e investimenti finanziari: a oggi sono il 30% delle masse investite, cioè ben 21 triliardi di dollari, i capitali allocati proprio in base a criteri green. Altro segnale della crescente importanza della sostenibilità in finanza sono le emissioni di green Bond: dal primo emesso nel 2007 ai 400 di oggi, per 71,5 miliardi di dollari complessivi. Quanto alle società del lusso, ancora le tematiche verdi non sono centrali, ma lo stanno diventando. E tra gli esempi citati da Selva ce ne sono anche alcuni italiani: Brunello Cucinelli, il cui approccio umanistico è ormai ben noto nel mondo della moda, e Tod’s, che alle iniziative sociali dedica l’1% del suo fatturato. E il cui patron Diego Della Valle ha appena annunciato che il suo movimento “Noi italiani” (che si occuperà di solidarietà) sarà ufficializzato con tutta probabilità a settembre.
E poi Kering, con un piano sostenibilità da qui al 2016 ricco di azioni, sulla scia di un percorso avviato già da qualche anno dalla famiglia Pinault. Beutler ha raccontato come questo principio si sia declinato su vari fronti: nelle materie prime usate, nella produzione e nel rapporto con il retail, ma anche nelle scelte creative.
E infine, Cnmi: Capasa ha annunciato che entro quest’anno Camera della Moda pubblicherà un documento “che rappresenta lo standard unico nazionale condiviso sulle sostanze pericolose per la salute e per l’ambiente per il settore dell’abbigliamento, della pelle e delle calzature”, ha scritto Mf-DJ. “Poi cominceremo a parlare di ambienti di lavoro, quindi di approvvigionamento delle materie prime per passare poi al tema sociale”, entro il 2016.