Obiettivo centrato per il Vinitaly che si è chiuso ieri a Verona dopo quattro giorni intensi per affluenza ed eventi. Il numero di visitatori, 150mila circa, è in linea con le previsioni della vigilia. In crescita il numero di Paesi di provenienza, risultato attribuito dall’organizzazione all’aumento del 34% degli investimenti dedicati all’incoming, con maggiori presenze da sudest asiatico (Thailandia, Vietnam, Singapore, Malesia), Messico e nord Africa grazie anche al richiamo dell’olio extravergine di oliva, esposto alla concomitante Sol&Agrifood. Il 20% dei 55mila visitatori esteri arriva da Stati Uniti e Canada, il 25% dai Paesi di lingua tedesca e il 10% dal Regno Unito. Il mondo del vino attraversa un buon momento, nonostante il calo dei consumi interni, per le prospettive di ulteriore incremento dell’export (5,1 miliardi di euro nel 2014) verso Stati Uniti, Gran Bretagna e Far East, trainato dal super dollaro e dalla tendenza dei consumi internazionali per alcune denominazioni italiane, in particolare Prosecco (doc e docg) e Pinot Grigio. La bollicina di Nordest spopola negli aperitivi tra i millennials americani, cresce a passo record in Inghilterra e permette alla categoria spumanti di sfondare quota 840 milioni di euro nelle esportazioni, +89% in cinque anni, ottenuti per il 40% tra Usa e Uk. Un altro segnale significativo dell’ultimo Vinitaly è la crescita dei visitatori in arrivo dalla Francia, nostro rivale storico e punto di riferimento mondiale per qualità dei vini, che sale nella top ten e precede il Giappone. Unica nazione in controtendenza, ampiamente prevista, è la Russia. “Questo Vinitaly – sostiene l’organizzazione – assiste anche al ritorno di un certo ottimismo per il mercato interno, con operatori interessati provenienti da tutta Italia sia del canale horeca sia della Gdo”. La prossima edizione di Vinitaly sarà la cinquantesima e si terrà dal 10 al 13 aprile 2016.