Santa Margherita festeggia al Vinitaly gli 80 anni dalla fondazione con un bilancio in crescita del 7,8%, che porta il giro d’affari 2014 del gruppo presieduto da Gaetano Marzotto a 110,1 milioni di euro. Le bottiglie vendute sono cresciute del 7,2%, passando da 17,3 a 18,5 milioni. Le vendite sono aumentate anche in Italia, +6,4% in valore e +5,3% in volume, ma è l’export a fare da traino con un incremento del 9%, che porta la quota estera di fatturato al 62,3% come gruppo e al 78,1% per la capogruppo Santa Margherita. Tra le controllate spiccano le performance della tenuta altoatesina Kettmeir (+24%) e della toscana Lamole di Lamole (+23%); le altre aziende appartenenti al “mosaico enologico” di Santa Margherita sono Ca’ del Bosco (Franciacorta), Vistarenni e Sassoregale in Toscana, Terreliade in Sicilia, cui si è aggiunta la nuova tenuta di Refrontolo nel Prosecco Superiore docg.
L’AD Ettore Nicoletto, intanto, annuncia investimenti previsti all’interno di un pacchetto da 30 milioni di euro per il biennio 2014-15 che prevede 11 milioni per il rafforzamento della componente agricola, altri 11 per le cantine e 3,5 per il completamento dell’ospitalità che coinvolgerà, oltre alle strutture in Alto Adige e nel Chianti Classico, anche la sede centrale di Fossalta di Portogruaro (Venezia). Il team manageriale sarà rafforzato con l’ingresso di un nuovo direttore commerciale. “Siamo fortemente impegnati – spiega Nicoletto – nello sviluppo di Santa Margherita Usa, con sede a Miami, società di importazione che opera nel nostro primo mercato per fatturato e marginalità: attualmente commercializza solo i marchi del gruppo, ma non è escluso che in futuro possa svolgere attività più complesse, anche con eventuali acquisizioni locali”. Acquisizioni che saranno effettuate “al più presto” in Italia per irrobustire l’assortimento di vini del Gruppo inserendo nuove regioni e denominazioni. Santa Margherita punta a rilevare marchi già affermati. “Siamo maturi e pronti per aggregare, ci sono regioni che ci interessano molto soprattutto sul versante dei vigneti autoctoni”, conclude Nicoletto.