A nemmeno un anno dall’inizio della scommessa, il Mercato Centrale di Firenze raccoglie già i primi risultati. A dirlo a Pambianconews è Umberto Montano, l’imprenditore che a metà 2012 ha deciso, insieme al socio Claudio Cardini, di buttarsi in una nuova avventura: gestire il primo piano dello storico ‘emporio’ fiorentino, chiuso ormai da otto anni, e farlo diventare un punto di riferimento del gusto. “Il mercato coperto, costruito alla fine dell’Ottocento a due passi dalla Basilica di San Lorenzo, venne ampliato con un ulteriore piano negli anni 70. Ma, nel tempo, perse il suo smalto, gli abitanti iniziarono a preferirgli la grande distribuzione, e agli inizi del 2000 era praticamente inutilizzato”, racconta Montano. “Finché il Comune, sotto il mandato di Matteo Renzi, decise di restaurare i 3mila metri quadrati e bandire una gara pubblica. Le prime due gare andarono deserte e alla terza fu Renzi stesso a chiamarmi e a propormi il progetto”. Il nome di Montano, nella Firenze della ristorazione, è ben noto: l’imprenditore, infatti, gestisce quattro ristoranti in città.
Con il Comune, Montano si è impegnato in un patto trentennale, a fronte di un investimento di cinque milioni di euro, tutti a capitale privato, e di un canone di affitto di 140mila euro annui. Un investimento che, a quanto dicono i numeri, è stato ben ripagato. “Dall’aprile dello scorso anno, quando c’è stato il taglio del nastro del Mercato, abbiamo registrato un record di presenze, più di 1 milione e 600mila visitatori nei primi soli otto mesi”, spiega Montano con un pizzico di orgoglio. “Quanto ai numeri, dall’inaugurazione abbiamo incassato 14 milioni di euro e per il 2015 prevediamo di arrivare a 16 milioni di fatturato”.
Il Mercato, che attualmente impiega tra personale diretto e botteghe “circa 300 unità lavorative”, conta su un sistema di botteghe (oltre ai ristoranti e alla scuola di cucina) e due corner Eataly, nei quali degustare o acquistare i prodotti. E proprio sul colosso di Farinetti, Montano puntualizza: “A chi pensa che siano due format simili, dico che il nostro è un sistema alternativo: restituiamo centralità agli artigiani e andiamo alla ricerca non tanto dei prodotti, quanto dei produttori di qualità”.
E sulla possibilità di replicare lo stesso format altrove, Montano è categorico: “Possiamo lasciarci intrigare da altre offerte, ma per ora non intendiamo distrarci”.