Nella vita e negli affari, uniti da legami di sangue. Non sempre funziona. Anzi, sono molteplici i casi storici di “parenti serpenti” anche nelle dinastie della moda. Tuttavia, capita talvolta che i legami di parentela consentano l’amalgama giusto, e che fratelli e sorelle diventino compagni di viaggio. E che il viaggio porti molto lontano. In qualche caso, addirittura nella storia.
Tra i primi esempi di sodalizi familiari di successo, spicca la casa di moda Sorelle Fontana, pioniera del made in Italy su scala globale, viene fondata nel 1943 da Zoe, Micol e Giovanna, sarte con uno spiccato senso per gli affari che in pochi anni riescono ad attirare l’attenzione di importanti celebrity del jet set internazionale come Grace Kelly, Audrey Hepburn, Joan Collins e la First Lady Jacqueline Kennedy. Sono loro a firmare le divise delle hostess Alitalia e a fasciare il corpo di Anita Ekberg nell’indimenticabile La dolce vita. Sempre a Roma, e sempre nel cuore del ventesimo secolo, nasce anche un’altra realtà produttiva tuttora vincente nel settore luxury. Dal laboratorio di pellicceria di Edoardo e Adele Fendi nel 1925 sorge l’omonima azienda che nel 1946 viene affidata alle cinque figlie dei fondatori: Paola, Anna, Franca, Carla e Alda. Saranno le “cinque sorelle Fendi” a consacrare l’immagine della griffe. Specializzato in real fur e pelletteria, oggi Fendi (Lvmh Group) consolida il proprio legame genealogico attraverso la direzione artistica di Silvia Venturini Fendi, figlia di Anna.
Sempre negli anni del boom, importanti esempi di unioni fraterne spiccano anche nell’universo retail, dove nascono network che imperniano lo stesso nome dell’azienda sui legami di famiglia. Per esempio, nel 1954 Maria e Ginetta Ramonda insieme al fratello Giovanni danno vita a un punto vendita nella provincia di Vicenza dal quale parte un business su larga scala che si espande dapprima in Veneto fino ad approdare in Lombardia, Lazio, Piemonte e Friuli con aperture di department store anche all’estero. Ancora oggi Sorelle Ramonda (chissà dov’è finito il fratello?) viene gestito dai diretti discendenti dei fondatori, circa ottanta impiegati tra figli e nipoti.
Quaranta anni più tardi, anche il successo di Costume National nasce da una “fratellanza”. In questo caso, dall’unione del talento creativo di Ennio Capasa con quello amministrativo del fratello Carlo. Dopo gli studi presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera e due anni di lavoro a fianco dello stilista Yohji Yamamoto a Tokyo Ennio torna in Italia dove nel 1986 presenta a Milano la prima collezione donna. Lo stile minimal di Costume National si è evoluto nel tempo rimanendo però fermo per quanto concerne le cariche aziendali.
Talvolta, il legame familiari sono del genere più stretto. Ovvero, i soggetti coinvolti sono uno il “duplicato” dell’altro. E formano quasi, è il caso di dirlo, una sola persona (e, senza dubbio, una sola immagine). Sono i gemelli Dean e Dan Caten, i canadesi più italiani del mondo. Hanno lanciato Dsquared2 nel 1996 puntando da subito sulla sinergia familiare. I due consanguinei appaiono inseparabili; indossano spesso outfit identici, parlando all’unisono e, complice una spiccata somiglianza fisica, rischiando talvolta di essere confusi.
Guardando oltreoceano in tempi più recenti spopolano altre gemelle, si tratta di Ashley e Mary-Kate Olsen, ex bimbe prodigio messe davanti a una telecamera già a dodici mesi hanno accantonato la carriera di attrici per dedicarsi alla moda riscuotendo un inaspettato successo con il brand The Row. Abiti essenziali accostati a borse realizzate in materiali pregiati che possono arrivate a costare oltre 50mila dollari. Di tutt’altro stile le collezioni Rodarte firmate da Laura e Kate Mulleavy. Un mix di femminilità e sperimentazione contraddistingue le creazioni delle due sorelle californiane che vantano l’interesse di Anna Wintour nonché clienti come Kirsten Dunst, Cate Blanchett e Natalie Portman.