La moda italiana ha una struttura finanziaria invidiabile, quasi un debito troppo ridotto. È quanto emerge da un rapporto dell’Area Studi di Mediobanca, basato sui bilanci 2009-2013 e presentato in occasione della settimana della Moda a Milano. Lo studio prende in esame 135 aziende, 120 manifatturiere e 15 di distribuzione al dettaglio e con un fatturato di almeno 100 milioni. L’analisi considera una molteplicità di aspetti di bilancio e macroeconomici, ma uno dei più interessanti riguarda gli equilibri patrimoniali. Il settore analizzato, infatti, presenta un ‘tesoretto’ di liquidità da 7,3 miliardi di euro che potrebbe servire contro la crisi oppure a fare acquisizioni.
Ma, attenzione, l’equilibrio appare quasi controcorrente. Il titolo di una slide di Mediobanca, infatti, è esplicativo: “Il debito finanziario: chi era costui?”. “Le Aziende Moda Italia – si legge nella nota di accompagnamento alla ricerca – hanno complessivamente una struttura finanziaria solida per via della bassa incidenza del debito finanziario sui mezzi propri. Le aziende a controllo italiano risultano meno indebitate rispetto a quelle a controllo estero: 35,2% rispetto al 57,8%”. Restringendo l’analisi alle 10 aziende maggiori con sede in Italia (TopModa) emerge “una struttura finanziaria ancora più solida e in progressivo rafforzamento. Nel 2013 i debiti finanziari sono pari all’8,6% del patrimonio netto e la liquidità, in crescita del 6,6%, è pari a 3,9 mld: i debiti finanziari sono il 25% della liquidità”.
In termini di valutazione del merito di credito (rating), “sei imprese su dieci hanno dati di bilancio 2013 ‘investment grade’, tre su dieci sono intermedie, solo una su dieci appare finanziariamente fragile”.
Una solidità che potrebbe consentire qualche sforzo in più in termini di investimenti (anche attraverso una maggiore leva del debito). Lo lascia intendere il titolo di un’altra slide della ricerca: “Il tesoretto: cuscino su cui dormire o trampolino da cui partire?”.