La crisi frena i ricavi di Prada. Sulla base dei risultati preliminari, il gruppo guidato da Patrizio Bertelli ha registrato nell’esercizio chiuso al 31 gennaio 2015 vendite in calo dell’1% a 3,552 miliardi di euro. Gli analisti avevano previsto un fatturato pari a 3,57 miliardi di euro.
Il fatturato generato dal canale wholesale è sceso del 5% a 532 milioni di euro per effetto della strategia varata dal gruppo milanese di dare priorità al retail, dove i ricavi sono stati sostanzialmente stabili a 2,981 miliardi.
Per quanto riguarda i mercati, a frenare la crescita sono stati, secondo quanto riportato nel comunicato, il declino della domanda in Cina e la debolezza dell’economia europea.
Nel dettaglio, i ricavi in Europa sono calati dell’1% a causa del calo della spesa dei turisti e della domanda ancora debole per quanto in miglioramento nel quarto trimestre. Mentre il mercato asiatico è calato del 7%, “soprattutto per la caduta delle vendite a Hong Kong e Macao”. Bene, per contro, Stati Uniti che si confermano in ripresa con una crescita del 7%, il Medio Oriente dove il gruppo ha registrato un aumento del 9% e il Giappone cresciuto del 13 per cento.
Il marchio Prada ha rappresentato l’83% del fatturato nonostante un calo delle vendite dell’1,6%, Miu Miu è cresciuto del 4,4 %, bene anche Church’s e Car Shoe in aumento rispettivamente del 12,2% e dell’11,5 per cento.
“Abbiamo affrontato una situazione geopolitica e dei mercati valutari più incerta di quanto fosse prevedibile che ha temporaneamente fermato il cammino di crescita, ma questo non influirà sugli obiettivi di sviluppo del gruppo a medio-lungo termine – ha detto Bertelli – e la nostra attenzione è sempre rivolta anche ai costi, per salvaguardare margini e ritorni degli investimenti”.
Prada pubblicherà i dati definitivi di bilancio il prossimo 26 marzo.