Forse un diamante è per sempre. Ma ci sono altri oggetti che non perdono il loro fascino e, col passare del tempo, ne acquistano. Da alcuni anni, ai mercatini dell’usato si sono affiancate boutique ricche di capi e accessori d’antan perfettamente conservati, che vengono venduti a chi ricerca nelle proposte del passato spunti creativi per infoltire il proprio guardaroba rifuggendo dalle tendenze stagionali viste in passerella.
Nei tre negozi Cavalli e Nastri di Milano, per esempio, è possibile trovare veri e propri capolavori di sartoria risalenti persino agli anni 20. I prodotti provengono da collezioni private o sono acquistati all’estero, soprattutto nei mercati francesi e americani. Dagli abiti delle sartorie italiane degli anni 50 fino a storici modelli Chanel, Balenciaga e Dior senza dimenticare l’universo maschile (cui è dedicato lo store in via Gian Giacomo Mora, 3) fatto di capi di abbigliamento, cravatte e accessori in grado di impreziosire anche i look quotidiani. La proprietaria Benedetta Jesi spiega che “le clienti italiane preferiscono vestiti griffati, mentre le straniere ricercano qualcosa che sia realmente vintage e racchiuda l’inconfondibile stile italiano”. Borse, scarpe, foulard di seta e bigiotteria rientrano tra le merci maggiormente richieste dalle appassionate. Che vanno dai 20 ai 70 anni: la passione per il lusso retrò accomuna nonne e nipoti.
La febbre del vintage non ha contagiato solo le fashion victim. Si è allargata anche tra i professionisti della moda. Tanto che qualcuna ha dato vita a una vera e propria collezione. È il caso di Elena Dusi, direttore divisione moda di un importante trading giapponese, che ha ereditato alcune borse appartenute alla sua famiglia, cui ha aggiunto nuovi modelli scovati in boutique, fiere e mercatini italiani o stranieri. “Nelle borse e nei gioielli del passato c’è un’eleganza senza tempo, raffinata e mai ostentata come a volte avviene in alcuni contesti contemporanei”, spiega Elena che, negli oggetti antichi, dice di “riscoprire un mondo di valori in cui mi immedesimo, ogni oggetto porta con sé la storia di donne in grado di saper calibrare con il giusto peso l’importanza di beni preziosi perché non disponibili a tutti e quindi più esclusivi”. La sua collezione vanta rari modelli Chanel, Louis Vuitton e alcune Kelly Hermès risalenti agli anni 70, esemplari perfettamente conservati caratterizzati da rifiniture cucite a mano e dettagli difficilmente replicabili nei modelli attuali.
Per le appassionate di borse, Mania Vintage è diventato un importante punto di riferimento a Milano (via Bronzetti 11). Roberta Biletta e suo marito Roberto Consolini hanno iniziato dieci anni fa con la passione per la gioielleria prima di specializzarsi in foulard di Hermès e approdare al mondo della pelletteria di lusso. Roberta acquista in Giappone, America e alle aste francesi, ma reputa molto apprezzabili Il Mercante in Fiera a Parma e la manifestazione Next Vintage allestita all’interno del Castello di Belgioioso provincia di Pavia. Quali sono i brand più richiesti? “Tra i marchi italiani sicuramente Gucci (la Bamboo Bag è una vera icona, così come la Jackie) e Fendi (2Jour, Pekaboo, Baguette). In questo momento è molto richiesto anche Dior e stanno iniziando anche Valentino, Céline, Balenciaga sebbene non annoverino ancora borse status symbol. I più venduti restano però Hermès, Chanel e Louis Vuitton”.
Trattandosi di prodotti usati, lo spettro che accompagna gli acquisti è che si tratti di merce contraffatta. Conta l’esperienza ovviamente. Ma, anche questa, va aiutata. Roberta e Roberto chiedono un aiuto ai ‘segugi’ francesi, ossia a persone che hanno lavorato per Hermès o Chanel e sanno riconoscere gli indizi. Per sicurezza, e per garantire il servizio, scelgono di non vendere borse Chanel antecedenti al 1983 perché prima non era stato ancora introdotta la codifica delle borse che ne permette la classificazione.
La passione vintage, dunque, è trasversale e capace di superare i timori dei falsi. E coinvolge anche clienti maschi. “Sebbene il mercato presenti meno oggetti da uomo – riprendono Roberta e Roberto – non mancano gli appassionati di borse da viaggio Hermés, cartelle, cinture e cravatte. I più competenti sono proprio gli uomini che a volte collezionano i foulard Hermès riconoscendo anno, stampa e collezioni. La donna sceglie in base all’emozione che le suscita un prodotto mentre gli uomini osservano maggiormente lo stato di conservazione, i dettagli, l’heritage del pezzo apprezzandolo come fosse un orologio antico”. Nell’ultimo periodo la richiesta è talmente alta da aver spinto i Consolini ad aprire un secondo store a Forte dei Marmi, riservato soprattutto ai turisti stranieri che hanno abitudini d’acquisto diverse dagli italiani: “I cinesi sono attratti soprattutto dal brand e pretendono qualità eccellenti, francesi e belgi adorano Chanel mentre i tedeschi ricercano Louis Vuitton, anche gli uomini”.
La febbre vintage impone infine di saperci fare col prezzo. In rapporto al nuovo, Louis Vuitton viaggia a circa il 50% rispetto al prezzo di cartellino in negozio, Chanel 30% in meno. Prada al 50%. Bottega Veneta è valutata meno in Italia mentre all’estero è amatissima. Hermès invece ha un mercato tutto suo.
Il valore economico scende, il fascino sale. Quale investimento migliore?