Il 2015 sarà anno di transizione per il settore del lusso, con qualche miglioramento rispetto al 2014, ma comunque ancora sotto le stime di crescita anno su anno stimate dell’8 per cento. Parola di Goldman Sachs che per il comparto prevede quest’anno un incremento fermo al 5 per cento.
Cinque i temi chiave per l’anno in corso, secondo gli analisti della banca d’affari. In primo luogo, scrivono in un report diffuso ieri, le condizioni macroeconomiche “sorprendentemente favorevoli per le spese del lusso”, a partire dai prezzi del petrolio in calo, dalla bassa inflazione e dai tassi di interesse bassi. La debolezza dell’euro dovrebbe avere un impatto del +4% circa e aggiungere 100 punti base all’ebit margin delle maggiori società del lusso. Secondo tema il ribilanciamento dell’economia cinese con classe media e viaggiatori nel ruolo di driver. Terzo elemento il tema del digitale che vede una forte divergenza tra coloro che hanno aperto nuovi negozi e quanti invece hanno abbracciato le opportunità offerte dal digitale, ancora sotto utilizzato dal settore del lusso. Altro aspetto da tenere sotto controllo riguarda la politica dei prezzi con una diminuzione delle differenze e con la maggior parte dei brand che vedranno un price mix negativo. “Crediamo – scrivono gli analisti – che i brand più accessibili sono meglio posizionati nel catturare la domanda della classe media”. Ultimo elemento le divergenze in termini di margine. “Crediamo che le aziende che hanno dimostrato moderazione in relazione alle aperture, agli aumenti dei prezzi, al consumo diversificato avranno l’opportunità di sovraperformare attraverso la crescita organica e l’espansione dei margini.
In questo scenario, nel paniere delle società del lusso italiane, tra i titoli buy ci sono i marchi del lusso accessibile e i leader del digitale quali Salvatore Ferragamo, Yoox e Moncler, mentre Brunello Cucinelli e Prada hanno rating neutral. Tod’s è stato, invece, declassato da neutral a sell.