Materiali basic diventano bracciali preziosi. Una stoffa in broccato diventa una borsa. Oggetti ‘già vissuti’ rinascono a nuova vita. È l’ ‘arte’ del recupero nel fashion che arriva online con modacritica.it. “Dall’upcycling al fatto a mano”, e’ questo il leitmotiv del nuovo portale che mette in vetrina la moda etica e sostenibile.
Un contenitore, virtuale ovviamente, ma anche un e-store, che racconta storie di marchi sostenibili e propone collezioni di abbigliamento e accessori realizzati con modalità di produzione, distribuzione e consumo che sdoganano i sistemi cosiddetti “tradizionali”. Nessun nome di punta, nessun brand patinato, nessuna collezione haute de gamme. Soprattutto, nessuna lavorazione industriale. Le collezioni in questione sono realizzate da marchi neonati la cui filosofia si basa su un alto valore etico: rispettano l’ecosistema. Pur non mandando in soffitta tendenza e qualità.
Modacritica.it, infatti, è il palcoscenico di nuovi talenti che recuperano materie prime, capi d’antan, vecchi utensili, oggetti in disuso o materiali di scarto e li trasformano in prodotti prêt-à-porter. Valorizzando antichi mestieri, dal sarto all’orefice, dal calzolaio al tessitore. Il fil rouge del loro mestiere, è l’upcycling – il riuso creativo – che abbinato all’artigianalità dà come risultato un prodotto sostenibile, eco, green, etico. Tutte parole che compongono la stessa faccia della medaglia, quella della moda artigianale e a basso impatto ambientale.
Dietro le quinte ci sono due amiche di vecchia data che nella vita facevano tutt’altro: Viviana Veronesi e Assunta Corbo. Classe 1975 e alla guida di un’agenzia di comunicazione l’una, giornalista l’altra nata nel 1973, accomunate da un senso di ribellione nei confronti della quotidianità e degli schemi del mondo patinato in cui erano abituate a vivere, sono andate a ‘nozze’ per condividere una loro passione, quella per la moda responsabile. Le due amiche, frequentatrici abituali di mercatini vintage e con un occhio sempre attento al fatto a mano, hanno deciso di lanciare un progetto che desse voce a un lavoro tenuto nell’angolo, quello di stilisti che dell’upcycling e dell’handmade hanno fatto il proprio business.
Tra gli ‘artigiani’ in mostra spunta il nome di Chiara Cocol. La designer, che da bambina si perdeva nella camiceria della mamma, fra macchine per cucire, fili e occhielli e le sarte che poi le avrebbero insegnato l’arte del cucito, confeziona capi dai volumi ampi con fibre di recupero che spaziano dalla viscosa, alla lana merino, ai materiali tecnici. Recuperate dal laboratorio materno degli anni 70, le stoffe vengono utilizzate per realizzare soprabiti, gonne, pantaloni… E se talvolta avanzano piccoli scarti, questi diventano accessori o decorazioni.
Rovistano nei vecchi laboratori di famiglia, anche la designer Raffa Artesani e il compagno Antonio Arosio. Che hanno dato vita all’etichetta Le Zie, il brand che cambia destinazione d’uso alle stoffe e le reinterpreta per dar vita a pantaloni pigiama, capispalla, borse. Ma anche a cuscini e pezzi d’arredo, in chiave etica. Prendendo ispirazione da oggetti della vita quotidiana e dai loro viaggi, i creativi del brand Le Zie abbinano, a scarti di stoffe, filati preziosi, talvolta sdrammatizzati da stampe casual fatte a mano, come ad esempio il camouflage.
Le lastre di ottone e il rame di vecchie oreficerie sono invece i principali ingredienti che compongono la ricetta dei prodotti realizzati da GioieColori. Il marchio fondato da un un’architetto e da una designer di monili convertita dai metodi tradizionali di produzione a quelli solidali, mette la firma a gioielli puliti e dalle linee essenziali servendosi di scarti di rame e ottone, che talvolta vengono punzonati.
Il portale ha iniziato a muovere i primi passi da poche settimane, ingloba soltanto collezioni donna e si rivolge a un target di persone compreso in un range d’età che va dai 25 ai 44 anni. Ma a navigare online c’è anche lui. Il 35% degli acquisti viene effettuato da un pubblico maschile.
Tra i prossimi passi infatti, le fondatrici di modacritica.it mettono in testa ai propri progetti il ‘taglio del nastro’ di uno spazio dedicato all’uomo. Che probabilmente aprirà i battenti in concomitanza al debutto delle collezioni disegnate per la prossima primavera/estate. Per lo stesso periodo, infatti, è in cantiere l’ingresso di una new entry: un marchio produttore di scarpe sia per uomo sia per donna. Il sito, presto, inaugurerà anche la versione in inglese.