Burberry ha archiviato il terzo trimestre del 2014 con ricavi in crescita del 15% a quota 604 milioni di sterline (circa 780 milioni di euro) rispetto ai tre mesi precedenti, pari a un +8% delle vendite a perimetro costante. Il gruppo britannico del lusso ha registrato una crescita a doppia cifra in America e nell’area Emeia (Europa, Medio Oriente, India e Africa). Mentre non ha brillato in Asia. La società ha spiegato in una nota, diffusa questa mattina, che le proteste degli attivisti pro-democrazia, che dalla fine di settembre hanno invaso Hong Hong, hanno comportato un “leggero ribasso delle vendite comparabili” nell’ex colonia, provocando un rallentamento della crescita nell’area Asia-Pacific a “una low single digit”.
“Per il prossimo trimestre useremo la stessa energia per cogliere le opportunità che si presenteranno e, tra queste, il nuovo anno lunare, nonostante il contesto esterno resti difficile”, ha detto Christopher Bailey, direttore creativo e CEO del gruppo. Per l’anno fiscale 2015 le attese indicano un contributo del 5% alla crescita del giro d’affari totale.
Durante la presentazione del bilancio nel mese di novembre, il gruppo del lusso, tenuto conto dell’impatto negativo dei tassi di cambio, aveva previsto sull’intero anno “una pressione sui margini full year nel segmento retail/wholesale”. Da allora, si legge nella nota, “si è registrato un modesto miglioramento dei tassi di cambio, più che controbilanciato dal calo delle vendite a Hong Kong e dalle variazioni nelle vendite regionali”.
Il titolo della società, in scia ai conti, questa mattina è negativo sullo Stock Exchange di Londra.