Il 2014 si è chiuso con l’annuncio della trattativa in esclusiva tra Roberto Cavalli e il fondo Clessidra per la cessione di una quota di maggioranza. Non è il primo tentativo di vendita della società da parte dello stilista toscano. Ma appare forse il più concreto da un paio d’anni a questa parte. E non è un caso che sia arrivato forse nel momento in cui c’erano meno riflettori accesi sulla maison, e in cui forse in pochi si aspettavano una soluzione al passaggio di mano dell’azienda. Dopo numerosi tentativi andati a vuoto, evidentemente, le due parti che già da tempo conoscevano le rispettive posizioni, sembrano aver riconosciuto l’importanza di giungere a un accordo. E qui sta l’auspicio positivo per il 2015.
L’acquisto di Cavalli da parte di Clessidra, infatti, interromperebbe la serie di acquisizioni di ‘gioielli’ del made in Italy da parte di operatori stranieri. È vero che si parla di un fondo di investimento e non di un acquirente industriale. Ma Clessidra, che ha già quote in una serie di brand nazionali di prestigio (tra cui Buccellati e Harmont & Blaine), annovera nella squadra Francesco Trapani che, secondo le indiscrezioni, dovrebbe diventare il presidente di Cavalli. Trapani, oltre ad aver guidato l’ascesa di Bulgari, ha conosciuto da vicino (e dall’interno, essendone componente del cda) le dinamiche di Lvmh (cui ha venduto il gruppo di gioielli). C’è, dunque, una lecita aspettativa di vedere in Clessidra un prodromo di operatore capace di valorizzare, attraverso la finanza, le potenziali sinergie, principalmente logistiche, di un’aggregazione di griffe nazionali.
Insomma, l’operazione suona come uno squillo di riscossa del made in Italy. Il che induce ad estendere gli auspici per il 2015. Sul tavolo, infatti, ci sono almeno altre due partite chiave per la moda nazionale. La prima è quella della tracciabilità, ossia dell’approvazione delle normative comunitarie che rendano obbligatorio riconoscere la provenienza extra europea di un prodotto. La seconda, concettualmente assai prossima alla precedente, riguarda l’ipotesi di un incentivo alle aziende che decidono di riportare in Italia la produzione, appello lanciato da Diego Della Valle in occasione del Convegno Pambianco del 13 novembre. Per entrambe le sfide, l’impressione è che le istituzioni abbiano mantenuto il sostanziale disinteresse verso il settore. L’augurio è che arrivino sorprese positive.
David Pambianco