“Seconda stella a destra. Questo è il cammino” che Edoardo Bennato suggerisce ai sognatori che vogliono far tappa sul ‘L’isola che non c’è’, la terra incantata da cui prende il nome il singolo del cantautore italiano. Un posto senza ladri e gendarmi, senza odio e violenza, così utopico da non poter esistere nella realtà. A meno di non cambiarla.
La magia e l’atmosfera sognante che regnano sovrane su quell’isola, infatti, si respireranno presto anche a New York.
Nel cuore della Grande Mela metterà presto radici il Pier 55 dell’Hudson River Park, una vera e propria isola che in pieno centro città farà galleggiare il verde pubblico. Sarà un parco pensile sull’acqua. Avrà un anfiteatro all’aperto, un auditorium da mille posti, due sale coperte. E tanto verde.
Per raggiungerla non servirà seguire una stella. Vi si potrà arrivare anche con cielo coperto. Perché lei, l’isola, sarà lì, nella parte ovest di Manhattan, sul lato inferiore del fiume Hudson all’altezza della 14esima strada. A pochi passi dal Meatpacking District, l’antico centro mattatoi diventato oggi uno dei quartieri più glamour della città con musei, gallerie d’arte, hotel e ristoranti, discoteche e club di jazz. Non distante neanche dall’High Line: l’ex ferrovia sopraelevata nella zona di Chelsea e trasformata in un ponte pedonale panoramico, che in breve tempo è diventato una delle mete più attrattive per turisti.
Sarà palcoscenico di spettacoli, di eventi ricreativi e soprattutto si ‘vestirà alla moda’. L’isola futuristica a stelle e strisce porterà la firma della stilista Diane Von Furstenberg. La designer belga e il marito Barry Diller, a fronte dei 130 milioni di dollari stanziati per il progetto, hanno messo sul piatto 113 milioni di dollari. A farsi carico dei restanti 17 milioni, sarà la City.
Ma la coppia di mecenati non si limiterà ad un ‘contributo’ di lancio. Attraverso la loro fondazione Diller-Furstenberg, la designer e il milionario dei media, che avevano già messo mano al portafoglio per ‘rivoluzionare’ l’High Line, per i primi 20 anni dell’isola verde ne finanzieranno la programmazione e la manutenzione. La coppia di mecenati ha già ‘arruolato’ tre direttori di teatro che dovranno lavorare al palinsesto degli spettacoli.
Per riprendere le parole di Diane: “Cosa c’è di meglio di un parco sulla riva occidentale della città per riposare, guardare un tramonto o una performance teatrale?”.
La piattaforma avvenieristica, il cui cantiere partirà nel 2016, avrà la forma di un parallelepipedo e sarà sorretta da 300 colonne di cemento armato a forma di fungo. Si ergerà come una palafitta e la sua altezza varierà mantenendosi in un range compreso tra i 5 e i 25 metri al di sopra del livello dell’acqua. Una vera e propria oasi che si spalmerà su una superficie di 11mila metri quadrati.
I giardini pensili di Diane e Barry sorgeranno al posto dell’oramai deteriorato Pier 54, il molo d’antan da cui partivano i transatlantici dell’epoca d’oro. Tra gli altri il Luisitania, il transatlantico britannico che fu affondato nel 1915 dal sommergile tedesco U-20.
Presto, il molo 54 sarà demolito per fare spazio al nuovissimo ‘Pier 55’. Che sarà una sfida. Anche ambientale. Forte dei danni inflitti alla città dall’uragano Sandy nell’ottobre 2012, l’oasi felice della Big Apple sarà costruito secondo le nuove normative adeguate per la sicurezza dei quartieri vicini ai fiumi. E in questo modo resisterà ai temibili hurricanes. La Venezia degli States, inoltre, poserà su una base ondulata studiata per tutelare la fauna acquatica e la flora. Grazie alla sua trasparenza, infatti, la piattaforma lascerà filtrare la luce solare di cui le specie marine hanno bisogno.
Come diceva, sempre Bennato, a proposito della sua isola che non c’era: “Se ci credi, ti basta”.