Essere sostenibili fa bene anche ai conti della moda. Lo dimostra la ricerca Sda Bocconi dal titolo ‘Il processo decisionale per la gestione della sostenibilità nella catena del valore delle aziende di moda’, realizzata con il contributo dalla società di progettazione e project management Goldmann & Partners, secondo cui le aziende del fashion, comprese quelle familiari, potrebbero investire in politiche di sostenibilità non solo per i benefici sociali e ambientali (oltre che di immagine), ma anche perché la sostenibilità ha benefici positivi e diretti sulla profittabilità dell’azienda stessa.
La ricerca è stata realizzata da aprile 2014, attraverso interviste qualitative condotte da un team di ricerca a 100 aziende del settore moda (abbigliamento, accessori) con un fatturato superiore ai 100 milioni di euro, sia italiane (35%) sia straniere, il 30% dall’Europa, il 30% dagli Usa e il 5% nel resto del mondo. Si tratta, nel 28% dei casi, di fashion designer/luxury brands, nel 28% di premium brands e nel 44% di mass market retailers. Partendo dalle informazioni raccolte sulle attività di sostenibilità nella catena del valore e dai dati sulla performance economica per costruire un market monitor con un orizzonte temporale di tre anni, è stato costruito un indice per valutare la relazione tra sostenibilità e performance.
I risultati hanno evidenziato l’esistenza di una “relazione positiva e diretta tra l’indice di sostenibilità e le due misure di profittabilità, Roa e Roe (Return on assets e Return on equity, ndr.)”. È emersa l’ipotesi che “più le aziende di moda hanno investito in attività di sostenibilità, maggiormente esse potranno diventare profittevoli”, e che esista “un ciclo virtuoso della relazione sostenibilità-performance aziendale, in cui ogni elemento rafforza e supporta l’altro vicendevolmente”.
Particolare attenzione è stata dedicata al retail sostenibile come acceleratore per il miglioramento della performance aziendale, perché incide sull’ambiente, sul profitto e sulla salute. Infatti, è stato somministrato un questionario sul livello di benessere percepito all’interno degli spazi a un campione qualificato di più di 100 consumatori di prodotti fashion&luxury, e sono state svolte delle osservazioni su 35 negozi del settore per valutare il livello di benessere percepito. Rispetto a questo argomento, un dato salta all’occhio: la percentuale delle aziende che non implementa azioni di retailing sostenibile è scesa dal 78% nel 2009 al 51% nel 2013 e il livello di benessere percepito nel 50% dei negozi osservati è soddisfacente per il consumatore, grazie alla presenza di alcuni elementi quali l’aria fresca, la luce naturale, colori chiari, materiali opachi e la presenza di piante naturali.