Billabong si ristruttura. Dopo aver chiuso gran parte dei suoi negozi per far fronte al fardello di centinaia di milioni di dollari australiani di indebitamento, il marchio di abbigliamento da surf prevede di avviare l’apertura di nuovi punti vendita per riaccendere i profitti. Lo ha dichiarato il chief executive officer Neil Fiske alla stampa straniera, il quale considera i negozi fisici “importanti”, perché rappresentano il vero “punto di contatto con i clienti”. La società, infatti, negli ultimi tre anni aveva chiuso o venduto circa il 34% delle sue sedi, riducendo una parte del debito. In particolare, il numeri di negozi Billabong aveva raggiunto il suo picco a 639 nel giugno 2011, mentre oggi, è a quota 424 in Australia, Stati Uniti ed Europa.
L’obiettivo, adesso, è aumentare in tre/cinque anni di circa il 30% il numero di monomarca, per far crescere le vendite. I conti del marchio, intanto, non sono stati brillanti nel 2014, ma hanno segnato una riduzione delle perdite. Il gruppo di surfwear australiano, che detiene in portafoglio, tra gli altri, i marchi Billabong, Element e Rvca, ha infatti archiviato l’anno fiscale in rosso, con una perdita netta pari a 166 milioni di euro, un passo avanti deciso rispetto ad un anno fa, quando il rosso aveva superato soglia 600 milioni di euro.