Passeggi per la strada indossando una mascherina che copre naso e bocca? Qualche tempo fa, eri un ‘fissato’ dell’ecosostenibile (e anche un po’ ‘sfigato’). Oggi, sei molto ‘fashion’. Se in Italia è ancora raro incontrare per strada fashion victim di mascherina muniti, in Oriente questa tendenza si è ormai consolidata. Lo smog è alle stelle, e sono rimasti in pochi quelli che escono di casa senza proteggersi. Così, è cresciuta a dismisura la popolarità di questo accessorio che ha iniziato a entrare nei guardaroba come dettaglio che completa il look, come fanno da sempre le borse o i cappelli (che, anche loro, una loro funzione originaria ce l’avevano, eccome).
Lo scorso settembre, alcuni modelli di mascherina sono comparsi sulle passerelle francesi di prêt-à-porter. A portarli a sfilare nella ville lumière è stata una designer che arriva dalla Cina, Masha Ma, segno che la tendenza, da est, dove le metropoli boccheggiano, sta arrivando anche in Europa. In questo caso, sotto forma di modelli chiodati con Swarovski, da abbinare ad abiti urban chic.
D’altronde, secondo i dati resi noti durante il convegno “I costi dell’inquinamento atmosferico: un problema dimenticato” organizzato da Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano, Iefe-Università Bocconi e Associazione Peripato, in un anno muoiono nel mondo 3,7 milioni di persone per colpa dell’aria che respirano, che può provocare ictus, infarti, tumori, asma, polmoniti, allergie e molte altre patologie. Le morti per inquinamento sono aumentate del 7% in cinque anni nei Paesi dell’ Ocse, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (la Cina non ne fa parte). Dando uno sguardo all’Italia, in particolare, la zona più inquinata è la Pianura Padana, dove, come stimano diversi studi, ogni abitante perda in media da 2 a 3 anni di vita a causa dell’inquinamento e dello ‘sforamento’ delle soglie per la quantità di inquinanti nell’aria, fissate dall’Organizzazione mondiale della sanità. In Lombardia, ogni anno muoiono 300 persone, l’80% delle quali (circa 230) nella sola Milano.
Tornando alla storia di Ma, la creativa aveva lavorato in precedenza con altri colleghi, Hao, Shangguan Zhe e Xander Zhou, per partecipare alla creazione di “Green Power“, una collezione di quattro mascherine esclusive per yoox.cn, i cui proventi sono stati devoluti in favore del progetto “The Million Forest Project”, per sostenere la piantagione di milioni di Hippophae nella Cina Nord-Occidentale. Il progetto promosso dallo store online era già partito nel 2009 attraverso Yooxygen, il piano eco-friendly permanente del gruppo che mira a sensibilizzare gli utenti al rispetto dell’ambiente, che aveva chiesto a marchi come Cp Company, Costume National ed Emporio Armani di disegnare degli speciali modelli anti-smog, chiamati ‘Ecomask’.
Anche le realtà che hanno come core business la produzione e la commercializzazione di mascherine, soprattutto a Oriente, si sono attrezzate per dare un tocco modaiolo ai propri prodotti. Lo ha fatto Vogmask, una delle principali aziende che fornisce maschere anti-inquinamento per neonati, bambini, ragazzi e adulti, realizzate con uno speciale tessuto filtrante che è stato premiato dal Wpi (World Premier International Research Centre Initiative). L’azienda, infatti, quest’anno è salita in passerella durante la settimana della moda di Hong Kong insieme con la stilista Nina Griffée.
Anche Respro, una società del Regno Unito che si rivolge ad atleti, vigili del fuoco, chi soffre di allergie o chi lavora in ambienti freddi o ricchi di polvere, nel giugno scorso ha collaborato con il designer Marcelo Burlon, con una linea di maschere che è stata mostrata durante l’edizione di Pitti dedicata alle collezioni estive 2015.
Tornando nel mondo dello stile, c’è anche il caso di chi non si limita a fare delle piccole partnership con le aziende, ma che delle maschere ha fatto un segno di riconoscimento. Uno di questi è Chi Zhang, il creativo di Beijing noto anche per i suoi modelli antigas di alta moda incrostati di cristalli.
Una campagna di comunicazione, promossa in marzo da MaxFactor contro l’inquinamento delle città cinesi, conferma come un po’ tutti i settori, dalla moda al beauty, stiano iniziando a sfruttare il ‘problema’. L’azienda specializzata in prodotti di make-up, infatti, la scorsa primavera ha invitato le utenti a scattare un selfie sui social media indossando una mascherina, mettendo a frutto la propria abilità nel trucco degli occhi che, con questo particolare look, diventano i veri protagonisti del viso. Il risultato è stato significativo: dopo appena una settimana, più di 33mila utenti del sito di microblogging cinese Weibo avevano già utilizzato l’hashtag della campagna, mostrando maschere eleganti abbinate a un make-up pensato ad hoc.
Così è nato il mask-selfie.