Il design è lo stesso di quando fu creato, nel 1979. È pensato per situazioni climatiche estreme, di una scomodità estrema in città. Ha uno dei prezzi di partenza più alti nel suo genere, eppure le sue vendite continuano a salire. L’oggetto del desiderio tra i più contraddittori dell’universo dei motori, è la classe G di Mercedes-Benz, il primo fuoristrada che la casa automobilistica ha creato. E anche il più costoso.
Uno degli ultimi Suv ‘old school’ ancora in produzione, la classe G è il modello più longevo nella storia della casa tedesca e rappresenta una lezione di come ignorare le mode possa ripagare in termini di utili. L’anno scorso è stato il migliore in assoluto per le vendite del modello, con 12.675 unità immatricolate nel mondo, nonostante a oltre trent’anni dal lancio mantenga pressoché inalterata l’estetica del suo corpo vettura squadrato, più simile a una camionetta dell’esercito che a una vettura del lusso.
E, in effetti, inizialmente l’auto fu progettata per essere impiegata dall’esercito tedesco e poi da quello persiano. Ma nessuna delle due commesse andò a buon fine, e si dovette aspettare il 1979, anno in cui Mercedes-Benz trovò nuovi acquirenti nell’esercito argentino, indonesiano e norvegese. Ma prima di diventare l’oggetto ‘cult’ che porta a spasso i vip – le Kardashian, per fare un esempio, ne hanno diversi modelli – la classe G ha servito anche come Papamobile, quando nel 1980 fu fornita al Vaticano e a salirci fu Papa Giovanni Paolo II. Ma non solo famosissimi o personalità spirituali: nel mondo, in 35 anni di produzione, sono stati 230mila gli esemplari venduti.
La sicurezza è uno dei fiori all’occhiello di questa vettura, prodotta esclusivamente nell’impianto produttivo dedicato sulle alpi austriache vicine a Graz: se la ‘G’ che connota la classe cui appartiene sta per Geländewagen (auto per fuoristrada), in realtà sono in molti a sostenere che stia per ‘goes anywhere’, vale a dire ‘va ovunque’. “Sul nostro circuito di prova che si arrampica lungo le pendici del monte Schöckl, un chilometro di test equivale a 50 km in condizioni reali”, dichiara a Mood Cesare Salvini, direttore marketing Mercedes-Benza Italia. “Costruire oggi, ex novo, una Classe G senza poter contare su questa eredità richiederebbe un impegno economico proibitivo per qualsiasi costruttore”.
Il telaio quadrangolare a longheroni e traverse assicura stabilità e resistenza a qualsiasi tipo di flessione o torsione, e i motori potenti, la trazione integrale permanente e i tre bloccaggi dei differenziali al 100% la rendono in grado di superare i ghiacci dei Poli come gli incandescenti paesaggi desertici.
In realtà, viene usata più nella giungla del traffico che nel reale fitto della foresta ed è molto più probabile riconoscerne la sagoma sulle freeway di Miami o di Beverly Hills piuttosto che sulle Alpi francesi.
Nonostante siano gli optional di sicurezza a giustificare il prezzo – quello di partenza, in Italia, si aggira intorno ai 90.880 euro, ma aumenta facilmente con le varie personalizzazioni, come gli interni più raffinati, i sedili climatizzati e le scritte più evidenti sul portellone o sulla ruota di scorta – sono ben pochi a utilizzare il fuoristrada in condizioni meteo effettivamente critiche. L’eventualità di verificarne l’effettiva resistenza, dunque, è piuttosto remota, ma la possibilità quantomeno teorica di testarla, unita al posizionamento premium e ai consumi che la rendono ulteriormente un lusso ‘per pochi’ (si stima che ogni 100 chilometri ‘partano’ circa 11 litri), l’ha di fatto resa un oggetto cult per gli appassionati.
Se in Italia, nei momenti migliori, se ne sono vendute appena una settantina all’anno, ad andarne pazzi sono soprattutto i tedeschi, gli americani e i cinesi: in questi Paesi, infatti, le vendite continuano a correre. Sarà che della carrozzeria squadrata non esattamente ‘bella’, degli interni non proprio comodissimi, del peso mastodontico e dei consumi tutto fuorché green i fan sembrano non preoccuparsene granché. L’importante, dicono a Milano, è che uno “El g’ha el Suv”: che abbia il suv!