Un braccialetto per la prevenzione. Opsobjects Onlus, la onlus del brand di fashion jewelry Ops! Objects nata cinque anni fa a sostegno delle donne, supporta Women profile for Africa, il progetto di Fondazione Veronesi e dell’organizzazione laica e indipendente Cesvi per la salute femminile in Africa, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo.
Il dato da cui si parte è quello che indica il cancro all’utero come il terzo più diffuso tra le donne di tutto il mondo, oltre che la causa principale di morte per cancro tra le donne africane, a causa della mancata prevenzione dovuta alle scarse risorse economiche ed umane. Ogni anno, vengono registrati 530mila nuovi casi e 275mila decessi per questa patologia a livello globale. Inoltre, l’88% dei casi delle morti si riscontrano nei Paesi in via di sviluppo. In fase avanzata, questo male lascia poche speranze in Africa, e basterebbe un semplice pap-test anche solo una volta nella vita per dimezzare la mortalità.
Così, è nato lo scorso settembre nella provincia di Kinshasa il piano che prevede la creazione di una strategia di prevenzione secondaria del tumore al collo dell’utero, che passa attraverso lo studio dello screening migliore tra tre diversi tipi di test, per arrivare “a proporre il metodo più efficace al ministero della Salute locale – ha spiegato la dottoressa Cathy Mulumba che opera nel laboratorio periferico che sostiene il piano – chiedendo di implementare il progetto aprendo altri centri, che faranno capo all’ospedale centrale di Kinshasa”.
A dare sostegno a Women profile for Africa ci pensa anche Opsobjects Onlus: “Abbiamo stanziato un fondo di 10mila euro per finanziare la formazione della dottoressa Mulumba – ha detto il presidente della onlus Paolo Giglio a Mood – e poi abbiamo creato un bracciale ad hoc per la vendita nel periodo di Natale (al costo di 44 euro, ndr) il cui ricavato verrà devoluto per la causa”.
“L’obiettivo è raccogliere mezzo milione di euro in tre anni – ha aggiunto Paolo Duranti, general manager di Cesvi – e fare in modo di trasferire le conoscenze in loco, per far sì che, a progetto concluso, si continui a lavorare in questa direzione”.