Il noto proverbio “se bella vuoi apparire, un po’ devi soffrire” potrebbe implicare, come ulteriore sofferenza, anche una mano in più al portafogli. O almeno è questo che pensano le donne francesi che, con una petizione, hanno raccolto più di 20mila firme contro le ‘tasse rosa’, vale a dire lo scarto di prezzo, a parità di prodotto, tra la versione femminile (sempre più costosa) e quella al maschile. La mozione è arrivata al ministero dell’Economia, cui è stato chiesto di lanciare un’inchiesta per verificare l’esistenza di una discriminazione ai danni del genere femminile sugli acquisti. A muoversi sulla cosiddetta ‘women tax’ è stato il collettivo femminista Georges Sand. “Ci siamo rese conto che, sui prodotti di consumo quotidiano, le donne erano sistematicamente tassate”, ha dichiarato una militante citando come esempio diversi prodotti di beauty (tra cui i deodoranti e i rasoi, le cui confezioni da donna costano più di quelle per gli uomini), servizi come la tintoria o il parrucchiere. Da parte sua, il governo francese ha promesso una rapida inchiesta.