Si chiama ‘I Belong’ la campagna di United Colors of Benetton che nasce per dare un volto e una voce agli apolidi di tutto il mondo, ossia tutte le persone che non hanno una cittadinanza e che quindi, formalmente, non appartengono a nessun Paese. Il piano di comunicazione ideato dall’azienda si pone l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica per aiutare l’Unhcr, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, a raggiungere il suo obiettivo di dieci milioni di sostenitori in dieci anni per porre fine all’apolidia.
Per dirlo in numeri, almeno dieci milioni di persone in tutto il mondo sono apolidi, privi della cittadinanza di origine e senza possederne un’altra, e ogni dieci minuti nasce un bambino in questa situazione. Essere senza una nazionalità significa non avere le protezioni che i Paesi normalmente offrono ai propri cittadini, oltre che non avere diritto all’istruzione, all’assistenza sanitaria, all’occupazione, alla libertà di movimento, di sposarsi, di registrare la nascita dei figli e di avere una degna sepoltura o un certificato di morte.
Questo problema spesso è connesso allo stato di profugo e all’instabilità regionale, oppure è una diretta conseguenza di una discriminazione contro un’etnia, una religione o un sesso. Basta pensare che 27 Paesi nel mondo negano alle donne il diritto di trasmettere la nazionalità ai propri figli. Come spiegano in un comunicato congiunto di Benetton e Unhcr, gli apolidi vivono come esseri invisibili e sono destinati a tramandare la propria condizione alla generazione successiva.
Le immagini ideate dal brand, che è storicamente impegnato sul fronte sociale con le sue campagne fotografiche, invitano il pubblico a firmare una lettera aperta per aiutare l’agenzia dell’Onu per i rifugiati a porre fine a questo fenomeno. Inoltre, è stata creata una mappa interattiva che documenterà il supporto online a I Belong.
Grazie all’aiuto di United Colors of Benetton “questa campagna raggiungerà milioni di persone ottenendo il sostegno pubblico tanto necessario per porre fine all’apolidia”, ha affermato l’Alto Commissario per i rifugiati António Guterres.