Ferrari si ‘separa’ e quota il 10 per cento. È questo uno dei risultati del primo consiglio di amministrazione di Fiat Chrysler Automobiles (Fca), al termine del quale è arrivata la ricapitalizzazione del gruppo con un prestito convertendo da 2,5 miliardi di dollari (circa 2 miliardi di euro), ossia un’obbligazione alla cui scadenza si ha la conversione dei titoli in azioni ordinarie, nonché l’annuncio dello scorporo della Ferrari che sarà quotata a Wall Street e su un altro mercato in Europa (non ancora comunicato). In effetti, il recente addio di Luca Cordero di Montezemolo e la decisione di Sergio Marchionne di assumere direttamente le redini della società lasciavano presagire qualche decisione importante, anche se l’ipotesi di una quotazione della Ferrari era stata smentita dai vertici del gruppo.
La separazione verrà effettuata con un’offerta pubblica di una parte della quota di Fca in Ferrari pari al 10%, mentre il resto sarà distribuito agli azionisti di Fca. Alla fine, la ‘Rossa’, di cui Marchionne resterà presidente, avrà il suo azionista di riferimento non più in Fiat Chrysler Automobiles, ma in Exor con una quota stimabile intorno al 24 per cento.
All’ordine del giorno del cda, convocato nella nuova sede operativa di St James Street a Londra, c’erano anche i conti del terzo trimestre, che “dimostrano una solida performance in un contesto di mercato difficile – sottolinea l’amministratore delegato Sergio Marchionne – particolarmente in America Latina. Siamo in linea per conseguire gli obiettivi che ci siamo dati per l’intero 2014”. I ricavi sono in crescita del 14% a 23,6 miliardi di euro, grazie soprattutto ai marchi di lusso, l’utile netto è pari a 188 milioni di euro, in linea con quello del terzo trimestre 2013, mentre si dimezzano le perdite in Europa e l’indebitamento netto industriale cresce a 11,4 miliardi di euro.