Coach non brilla nel primo trimestre. Il marchio americano ha registrato nei tre mesi dell’esercizio fiscale chiusi al 27 settembre un tonfo sia delle entrare che degli utili, il segno che l’azienda dovrà portare ancora avanti lo sforzo per il rilancio.
L’utile netto dell’azienda è crollata del 45% circa, a 119,1 milioni dollari (pari a circa 93,5 milioni di euro), mentre le vendite nel periodo hanno messo a segno un -10% circa a 1,04 miliardi dollari, sotto il livello dello scorso anno, ma comunque sopra le stime.
Come si legge su Bloomberg che riporta la conference call durante la quale sono stati discussi i risultati di Coach, le vendite sono andate particolarmente male a est: la Cina ha registrato un tonfo del 10% mentre il Giappone del 7%. “C’è una certa preoccupazione per il rallentamento in Cina e in Giappone, che continuano a ottenere risultati deboli”, ha detto Brian Yarbrough, analista di Edward Jones & Co. di St. Louis. Le cose non sono andate bene neanche in America, dove le vendite sono scese del 24% (un calo inferiore rispetto a quello previsto del 25,5%) e dove sono previste circa 70 chiusure. Allo stesso tempo, Coach prevede di aprire nuovi punti vendita e rimodernarne altri nei 12 maggiori Paesi in cui è presente, oltre che di ridurre la presenza online.
Nel frattempo, Coach, conosciuto soprattutto per le sue borse, sta correndo ai ripari per tamponare i risultati negativi registrati anche nei mesi scorsi, puntando sulla diversificazione. Una delle mosse, è stato l’ampliamento del menswear, che ha dato vita anche a una collezione di calzature uomo, e il lancio degli orologi, circa un anno fa. A guidare il nuovo corso del marchio ci sarà Stuart Vevers, ex Louis Vuitton, assunto a metà del 2013 come direttore creativo esecutivo.