C’è qualcuno cui l’Ebola non fa paura. Non è un medico, né un ricercatore, ma un signore che dà a New York ciò che chiede. Si tratta di Jacques Torres, altrimenti conosciuto dagli abitanti della Grande Mela come ‘Mr. Chocolate’, profeta del cioccolato a stelle e strisce. Nonostante il prezzo del cacao abbia raggiunto il punto più alto in tre anni, con un’accelerazione al rialzo nell’ultimo mese a causa dell’allarme per l’epidemia (gran parte delle importazioni di questo alimento arriva, infatti, dall’Africa Occidentale), a Manhattan e dintorni i clienti sembrano dimostrarsi anelastici ai rincari dei listini. Il prezzo, infatti, non interessa, specie se di mezzo c’è Torres.
La storia l’ha raccontata Bloomberg. Ex mastro pasticcere del ristorante newyorkese Le Cirque, nel 2000 ha lasciato tutto per ristrutturare una ex fabbrica in mattoni sul lungomare di Brooklyn per farne una fabbrica di cioccolato e diventare, di riflesso, un moderno Willy Wonka (il protagonista de “La fabbrica del cioccolato”). Da allora, Torres di negozi ne ha messi insieme ben otto, di cui sette a Manhattan e le vendite di quest’anno supereranno quelle record dell’anno scorso, pari a 10 milioni di dollari. “Le persone amano il cioccolato”, ha detto Torres all’agenzia di stampa. “Il business è ancora forte, il mercato richiede cacao a gran voce, soprattutto in America”.
In effetti, nessun Paese al mondo consuma più cioccolato di quanto non facciano gli Stati Uniti, dove le vendite raggiungeranno la cifra record dei 17,75 miliardi di dollari quest’anno, pari a circa 14 miliardi di euro. E più la domanda cresce, più i produttori alzano i prezzi. Un fatto che, comunque, non sembra creare particolari problemi ai consumatori di cioccolata: in molti lo considerano un ‘lusso abbordabile’ e, quindi, continuano ad acquistarlo nonostante l’escalation dei prezzi.
E anche la passione dei newyorchesi per Torres, a quanto pare, non guarda al portafoglio. Una scatola di dodici cioccolatini da Mr. Chocolate costa quasi 20 dollari, il corrispettivo di una quindicina di euro. Sono in molti a credere che quelle delizie, comunque, li valgano tutti: Torres dice che sono preparati all’interno delle sue due fabbriche, seguendo la tecnica francese (Paese da cui proviene) e, soprattutto, che sono liberi da additivi, conservanti e, quindi, completamente naturali. Oltretutto, come qualsiasi altra cioccolata, anche quella di Torres provoca dipendenza e libera endorfine, aumentando così il buon umore dei suoi consumatori. A New York, si sa, si corre parecchio e in molti potrebbero cercare di recuperare il sorriso e le energie grazie a un bel morso da una tavoletta.
Da Torres, infatti, arrivano ‘chocoholic’ vicini e lontani, che organizzano veri e propri pellegrinaggi per assaggiare i suoi bonbon di cioccolato fondente e al latte, o il croccante alle arachidi e cacao o, ancora, i cornetti bollenti incredibilmente ripieni. E ad Halloween, la cui festività tradizionalmente corrisponde a un picco di vendite del cioccolato, negli otto punti vendita di Torres prevedono già i doppi turni.
Gli adulti, con la scusa di accompagnare i più piccoli a bere una cioccolata calda e ad acquistare dolciumi per il canonico ‘trick or treat’ faranno razzia di chocolate chips e tartufi: non importa l’età, nella fabbrica di cioccolata di Torres si ritorna tutti bambini senza badare al risparmio.