È ancora estate, ma il cielo nuvoloso di Stoccolma fa pensare a un pomeriggio di novembre considerando anche la temperatura sferzante in cui si svolge l’incontro con una fashion designer fuori dagli schemi: Ann-Sofie Back. Sugli scalini esterni di una piscina comunale, la stilista, ex designer di Acne e giurista mancata, sta concedendosi finalmente un po’ di relax, dopo le doppie fatiche di una maratona titanica: al mattino ha sfilato la sua collezione, la linea diffusione Back lanciata nel 2005 e attualmente distribuita in circa 20 Paesi del mondo; alle 17 del pomeriggio è andata in pedana la collezione dei primi 10 anni del marchio di denim e abbigliamento smart casual Cheap Monday, dal 2009 controllato da H&M. Esattamente da quando Ann-Sofie è entrata nel team stilistico del marchio, per poi assumerne la direzione creativa nel 2012.
Grazie al suo timbro personalissimo e sperimentale, impregnato di avanguardia anni 90 resa ancora (se possibile) più radicale, Cheap Monday ha preso il volo nella scena della moda globale diventando un fiore all’occhiello per il colosso del fast fashion svedese H&M. Ann-Sofie, però, pur essendo svedese, è assolutamente cosmopolita: formazione alla Central Saint Martin’s di Londra, collaborazioni con Acne e Topshop, lunga lista di onorificenze, ambasciatrice del made in Sweden all’Expo di Shanghai del 2009 e apprezzatissima a Londra e Parigi, città della moda dove è di casa, visto che è lì che prima presentava la sua linea.
Spregiudicata, ma rigorosa, geniale e composta, la cifra di Ann- Sofie oscilla fra il lato infantile e l’estetica porno, flexisessuale di oggi.
Fra una boccata di tabacco e l’altra, la stilista rivela che è nata nel segno dei gemelli, il che, per chi ha un minimo di familiarità con i segni zodiacali, significa intelletto brillante, ferrea disciplina e capacità di sviluppare con successo mille progetti creativi e professionali contemporaneamente. Poliedrica e algida, per certi versi quasi sfuggente, Ann-Sofie ha un look che rispecchia le sue scelte concettuali e sporty-glam: la capigliatura androgina che cambia spessissimo, la scarpa col tacco e la punta fetish della tomaia, gli ampi bermuda in denim e la felpa (capo feticcio) con lo spillone da balia in bella vista che, insieme alle margherite, è uno dei leit-motiv della collezione neo punk di Cheap Monday presentata alla fashion week di Stoccolma.
“In generale amo i capi basic, non sono così attenta ai volumi. Quando disegno un abito – spiega la stilista – spesso traggo ispirazione anche da ciò che non mi piace”. L’effetto distonico e il contrasto stridente sono un filo conduttore del suo stile: tagli asimmetrici, orli irregolari, denim sfrangiato effetto piume come nell’ultima collezione Back, linee nette ma assolutamente anticonvenzionali, dress code unisex. E poi un omaggio a tutte le grandi icone fashion degli anni 90: da Calvin Klein a Martin Margiela. “È stato ed è ancora il mio idolo”, confessa la Back.
Ma come comincia il suo processo creativo, per esempio, quando lavora per Cheap Monday? “Anzitutto penso a una città dove mi piacerebbe andare e da lì inizia la ricerca: Londra è stata la meta dei viaggi del nostro ufficio stile per la collezione estate 2015”. Da lì prende le mosse un brainstorming che porta a una discussione corale con gli altri componenti dello staff creativo, ottimista e naif come lei. Perché il punk? “Perché è la filosofia che ha legittimato il do it yourself e il riciclo in cui credo molto come stilista e come persona”. Le sue letture e i suoi cineasti dicono già tutto della sua vena dissacrante e modernista: “Fra i registi adoro Lars Von Trier perché è uno str… Mentre il mio scrittore prediletto resta Chuck Palahniuk”.