Hong Kong spaventa il lusso. Al centro dell’attenzione sono le proteste che hanno investito il business district della ex colonia britannica, dove decine di migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per il movimento Occupy Central with Love and Peace, scontrandosi con le forze dell’ordine. Le conseguenze si sono avvertite in Borsa, dove è stato colpito soprattutto il settore del lusso essendo Hong Kong una delle capitali mondiali dello shopping.
Ieri, nel dettaglio, Richemont è arretrato a Zurigo del 2,15, mentre a Parigi Lvmh ha perso l’1,53 per cento. Più pesanti i riflessi in Piazza Affari per Salvatore Ferragamo (-3,43%) e Tod’s (-2,42%). Entrambi i gruppi vantano una rete commerciale a Hong Kong che fornisce contributi consistenti ai rispettivi fatturati. In particolare l’azienda fiorentina guidata da Michele Norsa ha realizzato lo scorso anno il 37,8% dei ricavi nell’area Asia-Pacifico.
Oggi i titoli sembrano essersi assestati. Tuttavia, per gli analisti ci sono motivi per tenere alto l’allarme. “Il lusso è molto esposto a Hong Kong. Un’ulteriore escalation degli attuali disordini portano ulteriore negatività per il settore nonostante la sottoperformance recente”, ha commentato ieri in una nota a Reuters Luca Solca, head of luxury goods di Exane Bnp Paribas.
Secondo l’analista uno scenario di ulteriore deterioramento delle tensioni in corso potrebbe portare ad una revisione del settore alla stregua di quanto accaduto in occasione della diffusione della Sars nel 2003.