Non vi siete organizzati, il frigo piange e di cucinare non se ne parla? Tra tutti gli impegni, la lavatrice è slittata sul fondo della lista delle priorità? Volete farvi belle, ma il parrucchiere è fuori mano? Niente panico: c’è chi saprà trasformare le vostre urgenze in ordini da esaudire.
Prima era un lusso per pochi. Adesso, complice la vita frenetica e, forse, anche una buona dose di pigrizia, è un lusso cui nessuno sa più rinunciare. Oggi, la promessa di una vita migliore si chiama: consegna (o servizio) a domicilio. È la promessa di avere ogni comodità a portata ‘di zerbino’.
Uno dei tormenti della vita moderna, senza ombra di dubbio, è il bucato. Agli allergici alla lavatrice è arrivato in soccorso Francesco Malmusi, ex manager della moda che alla fine del 2013 ha lanciato a Milano il servizio di lavanderia a domicilio MamaClean. Trovare il bucato pronto non è mai stato così semplice: bastano un paio di click sul sito, una carta di credito o un conto Paypal (cinque camicie costano tra i 3 e i 4 euro l’una in base alla rapidità della consegna) e ogni giorno della settimana dalla mattina presto fino a tarda sera i capi vengono ritirati e riconsegnati anche nel giro di 24 ore. “Viaggiavo molto e lavoravo fino a tarda sera, e spesso mi capitava di lasciare le camicie in lavanderia anche per due settimane”, spiega a Mood Malmusi, che della startup ha fatto una nuova professione. “Così mi sono detto: perché non fondare una tintoria a domicilio? Un’idea apprezzata, a quanto pare, visto che ogni mese registriamo una crescita del 40% – continua – e abbiamo in programma di estendere il nostro servizio anche ad altre città in Italia e nel mondo. Non si tratta soltanto di soddisfare un reale bisogno, ma anche di ridare ai nostri abiti il significato che meritano”.
La tecnologia, però, non porta sull’uscio di casa soltanto scatole piene di vestiti debitamente lavati e stirati, ma anche professionisti in carne e ossa pronti a darsi da fare per prendersi cura non solo dei nostri capi, ma anche dei nostri corpi. Quante volte è capitato a una donna (e, sempre più spesso, anche agli uomini) di aver bisogno della classica accoppiata ‘trucco/parrucco’ e di doversi ingegnare da sé per mancanza di tempo? Le americane, da qualche tempo, non si devono più preoccupare del loro aspetto ‘last minute’. Negli Stati Uniti, infatti, fioccano le startup del beauty che, tramite i propri siti e app, organizzano appuntamenti a domicilio per chi fosse alla ricerca di un ultimo ‘ritocchino’.
Se Glamsquad si occupa del trucco e dell’acconciatura, rispettivamente alla cifra di 50 e 75 dollari, Citymani mette a disposizione vere e proprie specialiste delle unghie che arrivano all’orario prestabilito per manicure ‘flash’ al prezzo di 34 dollari. E per chi proprio fosse alla ricerca di un servizio completo, Priv spedisce uno dei propri dipendenti all’indirizzo indicato per coccolare le clienti con massaggi, messa in piega e svariati altri trattamenti di bellezza.
Per i meno attenti agli abiti e ai capelli, i colossi dell’online fanno il resto. eBay entro l’anno porterà in 25 città americane il suo servizio ‘Now’, i cui fattorini recapiteranno a casa dei clienti e per soli 5 dollari gli ordini effettuati da smartphone presso supermercati e grandi catene convenzionate. Google, da parte sua, ha lanciato il suo Shopping Express in diverse città statunitensi, grazie al quale gli acquisti sul portale arrivano a casa dell’utente in un battito di ciglia. E Amazon non è certo rimasto a guardare, puntando su consegne in giornata con costi addizionali irrisori.
E se, da sempre, i ristoranti hanno fatto della delivery un’arma di punta, solo ultimamente si può a buon diritto sostenere che ‘il pranzo è servito’. Per esempio, il colosso mondiale della consegna a domicilio Just Eat ha convinto milioni di consumatori in tutto il mondo del proprio payoff: “Don’t cook, just eat”. In Italia, il servizio è arrivato nel 2011 e attualmente conta su una piattaforma di 1.700 ristoranti partner in 140 città, che grazie alla società possono contare sulle consegne dei propri piatti pur non disponendo di un sistema di consegne interno. “Il nostro concorrente più forte è il telefono”, scherza con Mood Nicolò Grosoli, marketing manager del colosso. “Ma piano piano lo stiamo superando. Grazie alla comodità di un click, ma anche all’offerta variegata che soddisfa ogni voglia, gusto e palato”.
E al gruppo, nato in Danimarca, potrebbe aggiungersi presto un concorrente, che per ora opera soltanto negli Stati Uniti. Si tratta di Uber, il servizio già presente in Italia con le proprie vetture con autista, che potrebbe portare qui anche il proprio servizio di consegne a domicilio di cibo, lanciato di recente in America. Grazie a UberFresh, in meno di dieci minuti si può ricevere il pranzo a domicilio, sfruttando la rete di autisti già presenti nelle città. A differenza di un comune servizio di delivery, in questo caso anche il costo è competitivo: dodici dollari, senza costi aggiuntivi per la consegna, per un pasto completo a base di zuppe, insalate e dolce incluso. Troveranno posto tra i mille pacchi depositati sullo zerbino?