Le grandi catene internazionali non tolgono gli occhi dall’Italia. Milano e Roma in particolare, ma non solo, fanno gola ai fast fashion. E si moltiplicano le indiscrezioni e le ipotesi di un prossimo sbarco in forze.
Le voci più recenti sono in arrivo dall’Irlanda. Dal 2015 in poi l’Italia potrebbe diventare destinazione di shopping per i Primark Addicted. Il low cost irlandese, ritenuto più economico del suo competitor svedese H&M, vanta già 270 negozi sparsi per l’Europa, tra Regno Unito, Francia e Inghilterra. Manca il tassello Italia. Ma potrebbe essere colmato, appunto, il prossimo anno. I rumors non indicano la città in cui aprirebbe i battenti del suo store su più livelli. Sul tavolo ci sono diverse proposte. Tra le ipotesi, ovviamente, Milano, Venezia e Roma.
Di recente, le indiscrezioni hanno riguardato anche Uniqlo. Si vocifera da anni il desiderio del proprietario Tadashi Yanai, uno degli uomini più ricchi del Giappone, di insediarsi in Italia. Alcuni passi di avvicinamento sono stati l’apertura in Germania (dopo Francia e Uk) e l’avvio dell’e-commerce anche per gli acquisti dall’Italia. Così, Fast Retailing, il colosso nipponico che gestisce il marchio divenuto famoso per jeans e maglieria, ambirebbe a Milano e Roma.
Nella classifica dei desideri, inoltre, c’è Forever 21. Il marchio americano fondato nel 1984 dal business man coreano Do Won Chang, era stato, già anni fa, uno dei primi ad accennare un tentativo di ingresso in Italia. Ma ad oggi ancora niente di fatto e lo sbarco in Italia è rimasto un progetto nel cassetto che riemerge tre le indiscrezioni di stampa.
Tornano in auge dalla Spagna, in concomitanza con la pubblicazione del bilancio, anche le indiscrezioni sull’approdo a Milano de El Corte Inglés, di cui si era già vociferato lo scorso settembre.
Voci a parte, l’interesse dei fast fashion ad affacciarsi sul mercato italiano trova effettivamente il consenso delle agenzie immobiliari. Ma c’è chi sottolinea che le barriere all’ingresso nelle nostre città stanno nelle dimensioni degli spazi richiesti dai grandi marchi, come riferisce Thomas Casolo Partner di Cushman & Wakefield, agenzia di Milano: “L’interesse delle catene a sbarcare a Milano c’è e non è una novità dell’ultim’ora – spiega a Pambianconews – ma al momento mancano le reperibilità degli spazi. E’ difficile trovare in centro città una location che risponda alle loro esigenze e alle metrature richieste”. Non cambiano le carte in tavola neanche nella capitale, come spiega il responsabile della VRpoint di Roma, Roberto Ventre secondo cui “le criticità stanno talvolta nelle dimensioni degli spazi non compatibili con la domanda, talvolta anche nei canoni troppo onerosi”.