Ovs potrebbe approdare in Borsa a metà novembre con una capitalizzazione attorno a un miliardo. Probabilmente al di sotto degli 1,5 miliardi ipotizzati dal mercato sei mesi fa. Sul valore farà gioco la predisposizione dei mercati, diventati più selettivi con la prima ondata di Ipo di primavera. E non solo.
Si attendono anche i sondaggi della squadra di coordinatori dell’offerta che a inizio novembre raccoglieranno gli ordini dei sottoscrittori Ovs.
Ovs sbarcherà a Piazza Affari con un’operazione mista. Ci sarà un aumento di capitale fino a 250 milioni, oltre ad azioni messe in vendita dai soci. L’obiettivo è incassare risorse per rimborsare una parte del debito e per assicurare alla società tutti i mezzi necessari per finanziare il nuovo programma di aperture: si prevede infatti di inaugurare all’anno un numero di spazi nuovi compresi tra i 40 e gli 80.
Ma in questi giorni, come riportato dal Corriere della Sera, gli occhi sono puntati anche sulle mosse successive del fondo Bc partners, cui fa capo l’80,5% del capitale, affiancato dai coinvestitori Ontario Teachers (13,%) e l’Investindustrial di Andrea Bonomi (4,6%) che tre anni fa hanno rilevato il gruppo per 1,4 miliardi di valore d’impresa. Negli ultimi mesi, infatti, alcuni fondi di private equity internazionali, convinti che, dopo l’Ipo di Ovs, Bc partners indicherà una banca advisor per gestire la vendita di Coin, si sono proposti per studiare un piano di investimento sui 100 negozi a insegna Coin che, complice la crisi, non hanno goduto dello stesso successo di Ovs.