Puma continua a soffrire e chiude il secondo trimestre del 2014 con fatturato e utili in calo. In particolare, l’utile netto è crollato del 76,2% nel secondo trimestre del 2014 a 4,2 milioni di euro, a causa, spiega il comunicato della società tedesca, di un tax rate leggermente più alto. Il fatturato invece è sceso del 5,8% a 652,2 milioni di euro contro i 692,3 milioni dell’analogo periodo nel 2013, ma è aumentato dello 0,6% a tassi di cambio costanti. Le stime di Bloomberg avevano previsto ricavi a 657,6 milioni di euro, mentre gli analisti interpellati da Reuters avevano previsto fatturato di 654 milioni di euro e il risultato operativo di 10,4 milioni di euro. Il risultato operativo si è attestato a 12,6 milioni (-59,7%).
Per il CEO di Puma Bjorn Gulden, i risultati trimestrali “sono stati in linea con le aspettative”, grazie in particolare alle vendite di scarpe da calcio e magliette della nazionale italiana in occasione della Coppa del Mondo che hanno battuto le aspettative. La società ha quindi mantenuto le sue previsioni per l’intero esercizio 2014, che vedono un fatturato stabile e un lieve miglioramento del margine lordo. “Il 2014 sarà un anno di ripresa per Puma, in cui il marchio troverà il suo posto sul mercato per un ritorno a medio termine a una crescita redditizia e sostenibile”, ha sottolineato Gulden.
Puma punta su una crescita delle vendite della seconda parte dell’anno grazie alla nuova sponsorizzazione della squadra di calcio inglese dell’Arsenal e al lancio di una massiccia campagna mondiale che partirà il 7 agosto con atleti del calibro di Usain Bolt e il golfista Rickie Fowler.
Il titolo Puma alla Borsa di Francoforte segnava questa mattina una crescita del 3,5 per cento.