Da fuori, sembrano locali come gli altri. Dentro, si sdoppiano e, come per magia, aggiungono al motivo per cui si è varcata la loro soglia (forse una brioche o un piatto di pasta) una ragione in più. Alla colazione, si associa una buona lettura. Al brunch, una sistemata alla bicicletta. Al pranzo a base di specialità asiatiche, un taglio di capelli. E perché no, mentre si fa merenda, si potrebbe decidere di comprare un bel mazzo di fiori alla propria fidanzata.
Eroi dei due mondi contemporanei, i bar ‘multitasking’ stanno prendendo possesso delle città. A Londra, per esempio, impazza Harwundeki: da una parte del negozio, stylist con forbici alla mano danno alla chioma dei clienti un’aria di novità. Dall’altra, una manciata di camerieri sfilano tra i tavolini, servendo specialità coreane. Niente di strano se, dopo aver cambiato il taglio di capelli, si passa direttamente nella sale attigua per sedersi a gustare un buon piatto di bibimpap, la specialità culinaria di Seoul e dintorni.
L’esperimento all’ombra del Big Ben, a giudicare dal centinaio di clienti che ogni giorno, per un cambio di look o un pranzo, fa tappa da Harwundeki, pare più che riuscito. L’idea dietro all’insegna è di Ki Chul-lee, uno dei parrucchieri più famosi di Seoul, che a Londra ha dato una scossa alla concezione univoca dei ristoranti-bar.
Quel genere di scossa al negozio tradizionale non ha “elettrizzato” solo la City. Milano, città in cui stanno fiorendo decine di spazi commerciali al giorno in vista di Expo, ne è l’esempio più eclatante nel panorama italiano.
Dare al cliente non una, ma ben due ragioni per entrare in un negozio, ha aiutato alcune delle iniziative meglio riuscite degli ultimi anni. I due motivi che spingono la clientela a entrare dal Fioraio Bianchi Caffè sono, naturalmente, i fiori e lo spuntino tra i mazzi di gerbere e le piante che addobbano il locale, tutti in vendita. Sulla scia del suo successo nel cuore di Brera (quarant’anni fa era nato come fioraio, oggi è uno dei caffè più quotati del centro) hanno aperto Gardenia in zona corso Genova e Mint Garden Cafè, dietro Repubblica.
Il primo è un’officina botanica che da tempo arreda i terrazzi dei milanesi e che, nell’ultimo periodo, ne allieta anche i palati. Tra le piante di fico e quelle da frutto spunta un bancone pieno di prelibatezze dolci: non è possibile uscire dal negozio senza prima essersi concessi almeno una tortina al pistacchio e arancia. Mint Garden Cafè si fa spazio tra i negozi ‘food and flowers’ alternando alla vendita di fiori le proposte della piccola cucina che convive vicino ai tulipani.
Forbici, fiori, food: sembrerebbero essere queste le nuove, originali ‘3f’ del commercio su strada. Dopotutto, le cose in comune potrebbero essere più di quelle che sembrano: “Un bel taglio di capelli e un buon piatto: entrambi richiedono un’ottima tecnica e riguardano la trasformazione. E in mezzo, c’è l’estetica: le presentazioni contano”, è la filosofia del parrucchiere coreano spiegata al Guardian.
Per chi preferisse i libri ai fiori, a Milano le possibilità non mancano: c’è Open che mischia i dolci a libri e giornali, oltre all’immancabile wi-fi. Stessa filosofia al Bistrot del Tempo Ritrovato, zona Solari, dove i libri esposti alle pareti sono tutti in vendita, e disponibili a un rapido consulto in pausa pranzo. Stesso format alla Feltrinelli Red nuova di zecca sotto il pennacchio della torre Unicredit e equamente divisa tra la parte Read e quella Eat (quella Dream, è affidata al singolo) e da Gogol and Company in zona Tortona, una libreria che è anche spazio multi funzionale dove si può studiare, lavorare e fare merenda.
E per gli amanti della bicicletta, da Upcycle si possono trovare consigli sulla riparazione e sulla manutenzione del proprio mezzo di trasporto, mentre si chiacchiera o si mangia un boccone nello spazio di via Ampère che ricorda più una officina di un bar.
Se tutto ciò sembra strano, c’è chi all’estero ha saputo fare anche di più. Non soltanto caffè travestiti da librerie o ciclisti improvvisatisi bar-tender, ma addirittura lavanderie che servono i tramezzini migliori della città (come Laundromat Cafes a Copenhagen e a Reykiavik, o Wasbar mini-chain in Belgio, che diletta i clienti con birre ghiacciate mentre aspettano che i loro panni asciughino) e luoghi ancora meno comuni che mischiano lavori a maglia al caffè, bocciodromi a tapas, alimenti biologici a gadget per amanti della motocicletta. Accostamenti e innesti sembrano ormai essere all’ordine del giorno. Dopotutto, mentre si beve il caffè, si possono compiere un numero pressoché illimitato di altre azioni. Qualcuno, magari, si ricorderà anche, semplicemente, di meditarci sopra.