C’è una legge che vale sempre, quasi come quella dell’erba del vicino che è sempre più verde: l’abito della passante, della collega o dell’amica è sempre più bello. Puntualmente, poi, quando si chiede “dove l’hai preso?”, l’acquisto in questione risale all’era della pietra (“L’ho preso chissà quanti anni fa…”) ed è stato effettuato in luoghi remoti (“…mi pare in un mercatino dell’usato a Timbuctù”). E allora diventa subito chiaro: la signorina in questione non ha voglia di essere imitata. Dunque, chiedendo non si otterrà che un sorrisetto fintamente mortificato.
Di sbirciare l’etichetta non se ne parla neanche, sarebbe un’operazione troppo invasiva. Non resta che scrutare il modello in cerca di particolari significativi, un indizio caratteristico che riporti inequivocabilmente a un marchio. A volte è molto semplice, soprattutto per le più esperte, altre è davvero complicato.
E allora, ti ‘shazammo’ l’abito. Come si fa con la musica, quando si sente in giro una canzone che piace molto, ma di cui non si riconosce né interprete né titolo, basta un tocco sullo schermo dello smartphone e l’applicazione Shazam trova tutte le informazioni sul brano. Adesso, anche per la moda c’è una app, Asap54, che, anziché riconoscere canzoni, identifica brand, prezzo e pure l’indirizzo giusto dove comprare l’oggetto invidiato, dalle t-shirt alle gonne, passando per i jeans e gli accessori.
Ma come si fa a rubare una foto senza farsi accorgere? Niente di più semplice per una fashionista: basta fingere di farsi un selfie con il telefono, mentre, in verità, la telecamera è orientata verso la ‘preda’.
Possibile trovare proprio quel modello? In realtà è difficile, perché, di fatto, l’algoritmo non fa altro che cercare sui siti web dei maggiori store online, da Net-a-Porter ad Harrods, una serie di proposte che si avvicina ai desiderata, e molto difficilmente troverà proprio quel capo.
Bisogna accontentarsi, insomma, magari ripiegando sui consigli degli stylist del servizio, che scandaglieranno meglio la rete per suggerire qualche alternativa, oppure su The Hunt, una sorta di Pinterest dove si carica la foto dell’oggetto visto e si chiede agli altri utenti del social consigli su dove trovarlo.
Il rischio, però, è che alla fine l’effetto sia ancora più frustrante, se la missione si rivelerà davvero impossibile. E l’ambìto look rimarrà gelosamente custodito dall’antipatica (e un po’ meno amica) passante.