Un quiz sui Mondiali. Seduti davanti alla Tv, le immagini dal campo rimandano un pallone, due porte, un prato verde, 22 giocatori e l’arbitro. Questo non cambia da quando il calcio è sbarcato sul piccolo schermo. Ma c’è qualcosa che, invece, è cambiato, e parecchio, anche solo nel giro degli ultimi anni. Basta focalizzare l’attenzione sulle scarpette indossate dai calciatori in campo. Ebbene, fateci caso. Vi accorgerete subito che, delle persone sul perimetro di gioco, una sola, la ventitreesima, cioè l’arbitro, rispetta la tradizione: le sue scarpe sono rimaste nere.
Nelle ultime stagioni, i tacchetti total black, o prevalentemente neri, archetipo tradizionale delle scarpe indossate per il ‘pallone’, sono progressivamente scomparse lasciando spazio al colore, dai toni più sgargianti al bianco, dal multi al bi-color. Una tendenza arrivata in tutti i più prestigiosi stadi internazionali, ma partita sui campetti di calcetto delle periferie, ai piedi degli sportivi ‘della domenica’ o negli oratori tra i giovani football player in erba. E così i principali marchi produttori di scarpe da calcio, in vista di Brasile 2014, hanno inserito nelle collezioni tutti i toni dell’arcobaleno, chiamandoli con i nomi più strani ed esotici, come Metallic Mach Purple, Prism Violet, Earth Green o Solar Slime. Le nuove scarpette di Nike, indossate da campioni come il neo Pallone d’Oro Cristiano Ronaldo o lo spagnolo Andrès Iniesta, ad esempio, spiccano per i gialli e i rossi sgargianti e, con le ‘Magista’ lanciate a marzo, per aver rotto gli schemi tradizionali integrando nella scarpa una specie di calza. Gli ultimi modelli di Adidas, che sponsorizza tra gli altri Lionel Messi, pluripremiato asso argentino, hanno invece una fantasia a chiazze, un ‘lucertola fluo’ nei toni del blu e arancio. Puma, invece, con le ‘Tricks’ è andata sul total-bicolore-unisex, con una scarpa del paio blu e una rosa.
“I Mondiali sono un vero e proprio fashion show,” ha dichiarato Antonio Zea, direttore Soccer Innovation di Adidas, a Nytimes.com. “Un bambino vuol essere Messi, un altro Beckham. Lo capiamo. Sappiamo cosa vuol dire per loro vedere cosa indossano i propri idoli”. Secondo il portavoce del marchio tedesco, più dell’80% delle vendite di scarpette da calcio nella primavera-estate, quest’anno, sono state colorate. Risalire alle radici del trend, oggi esploso, è difficile. Secondo Zea un precursore è stato il boliviano Marco Etcheverry che, già nel ’96, indossava regolarmente una versione rossa delle ‘Predator’. Per Nike, ha spiegato poi il Soccer design director Denis Dekovic, “la svolta è stata nel ‘98, quando Ronaldo ha messo le prime ‘Mercurial’”: un modello argento e blu in un materiale sintetico innovativo per l’epoca. “C’è sempre stato un desiderio di rompere le regole – ha affermato Dekovic – e oggi ancora di più. I giocatori hanno personalità forti, e l’unico modo di esprimerle è tramite le scarpe, perché tutto il resto è uniforme”.
La personalità, nei 90 minuti della partita, è anche sinonimo di carattere, voglia di vincere e ‘sfondare’ la rete avversaria. Non a caso, spesso, gli attaccanti e i fantasisti preferiscono i modelli in tinte più accese, mentre i difensori ‘solidi’, optano per toni più tradizionali. C’è, tuttavia, anche chi i colori non li ama granché. Il goleador svedese Zlatan Ibrahimovic (la cui nazionale non si è qualificata per Brasile 2014) ha detto che a suo parere i colori brillanti sono uno svantaggio per gli attaccanti perché attirano l’attenzione dei guardalinee i quali, quindi, notano più facilmente se sono al limite del fuorigioco. “Con le scarpe nere, ti puoi spingere più avanti”, ha dichiarato Ibra. E non è un commento da poco. Essere all’ultima moda, si sa, fa sempre gioco. Però, i vari Adidas, Nike e Puma, dovrebbero considerare che, se l’idolo non segna, i fan, di scarpe, non ne compreranno affatto.