Aeffe chiude il primo trimestre 2014 con ricavi in calo e utile netto in forte crescita.
I ricavi consolidati sono scesi del 7,3% (a cambi costanti) a 67,6 milioni di euro, rispetto ai 73 milioni del primo trimestre 2013. Come si legge in una nota, al netto degli effetti relativi alle licenze già terminate e alla riorganizzazione della distribuzione in Giappone, ad oggi esclusivamente wholesale (fino al 31 dicembre 2013 Aeffe operava anche attraverso una rete retail) il fatturato sarebbe incrementato del 3,7% a tassi di cambio costanti.
L’ebitda, invece, cresce del 13% a 10,7 milioni (15,8% dei ricavi) rispetto ai 9,5 milioni (13% dei ricavi) del primo trimestre 2013. L’utile netto, infine, registra un +60%, a 3,2 milioni, rispetto ai 2 milioni del primo trimestre 2013.
A fine marzo l’indebitamento finanziario ammontava a 88,3 milioni, in miglioramento rispetto ai 94,5 milioni a fine 2013.
Alla luce dei risultati conseguiti, il gruppo registra un nuovo impulso della redditività, come spiega Massimo Ferretti, presidente esecutivo di Aeffe Spa: “L’impegno e la reattività a un nuovo scenario di mercato, che ha portato alla rifocalizzazione di alcuni aspetti delle strategie aziendali, quali la riorganizzazione del portafoglio licenze, il rinnovamento stilistico di alcuni brand e il rafforzamento nei canali distributivi, hanno avuto positivi riscontri già nei primi tre mesi dell’anno. Siamo quindi fiduciosi per il futuro, incoraggiati anche da una crescita del 10% della raccolta ordini per le collezioni del prossimo autunno/inverno”.
Dando uno sguardo alle diverse aree geografiche, se nel primo trimestre 2014 le vendite in Europa (che rappresenta il 25% sul fatturato) sono incrementate del 13,9% grazie al buon recupero un po’ in tutti i mercati, l’Italia (pari al 43% del fatturato consolidato) continua a fare eccezione, con un calo dell’1,2% a 28,9 milioni di euro.
Il mercato russo (pari all’8% del fatturato consolidato) è diminuito del 10,6% per effetto della diminuzione dei ricavi dei brand con i quali sono terminati i contratti di licenza, la stessa ragione per la quale anche le vendite negli Stati Uniti (pari al 5% sul fatturato) hanno registrato nel periodo un decremento del 19,7% a tassi di cambio costanti. Segno meno anche per il Giappone (pari al 2% del fatturato) con un -78,2% dovuto alla riorganizzazione della distribuzione con effetti a partire dall’inizio del 2014.
I dati diffusi ieri a Borsa ancora aperta hanno raffreddato il titolo, sceso del 4,8 per cento. Tuttavia, nei quindici giorni precedenti, le azioni Aeffe avevano messo il turbo: il 29 aprile valevano 0,86 euro, mentre il 5 maggio hanno raggiunto il loro picco a 1,3 euro. L’altalena, evidentemente, continua. Questa mattina hanno registrato anche un +4 per cento.