“Non siamo in presenza di un caso Colosseo”, tiene a specificare la soprintendente degli Uffizi Cristina Acidini a La Stampa. E, in effetti, né la formula né la cifra con cui Salvatore Ferragamo finanzierà i restauri di otto sale degli Uffizi somigliano a quanto fatto in passato in tema di ‘mecenatismo’ dalle maison di moda. Sul piatto, la casa fiorentina del lusso ha messo 600mila euro, ben distanti, appunto, dai 25 milioni investiti per il restauro del Colosseo da parte di Diego della Valle. Quella per l’anfiteatro Flavio, però, è una iniziativa di sponsorizzazione, dalla quale Mr. Tod’s si attende un ritorno obbligatorio di immagine. In questo caso, tengono a specificare dal polo museale fiorentino, si tratta di “un’erogazione liberale, non una sponsorizzazione”.
Cifre a parte, l’erogazione da parte della maison sarà utilizzata per il recupero di otto delle 93 sale, dalla 25 alla 32, situate nel terzo corridoio del secondo piano. Attualmente, queste stanze sono inutilizzate, dopo che per anni hanno raccolto i dipinti del Cinquecento. Entro l’anno, dovrebbero essere pronte per ospitare una cinquantina di opere del Quattrocento fiorentino, un terzo delle quali provenienti dalle stanze della riserva del museo. “Abbiamo avuto molto dalla città. E questo vuole essere un grazie. Di solito speriamo di non essere copiati, ma in questo caso speriamo che ci copino”, ha detto alla stampa locale il presidente della maison Ferruccio Ferragamo.