Sandro Veronesi non trattiene l’entusiasmo. E in un’intervista rilasciata oggi a Il-Sole 24Ore introduce i dati record del gruppo veneto da lui fondato, Calzedonia. Lo scorso anno, l’azienda specializzata nell’abbigliamento intimo e nelle calze, ha vissuto l’ennesima crescita a doppia cifra. Il fatturato ha toccato 1,6 miliardi (in crescita dell’11% sul 2012), con un utile netto di 112,4 milioni e un ebitda di 270,7 pari al 16,3% del fatturato. Dati che parlano di un’accelerazione importante nonostante un settore, quello dell’intimo, che in Italia nel 2013 ha perso tra l’8 e il 10% del fatturato. Il gruppo il cui portafoglio marchi comprende, oltre al brand che dà il nome al gruppo, Intimissimi, Tezenis e Falconeri, gode di una buona salute grazie agli investimenti all’estero portati avanti da anni e alle buone performance di tutti i brand. Lo scorso esercizio Calzedonia ha registrato ricavi per 548 milioni, il 13% in più rispetto all’anno precedente. Seguono Intimissimi, con 522 milioni (+9%), Tezenis (443 milioni a +11%) e Falconeri, l’ultimo nato che ha fatto segnare l’aumento più importante, un +28% a 20 milioni sull’anno precedente.
Nel corso dell’intervista, Veronesi si toglie anche qualche sassolino. A proposito della mancata acquisizione di La Perla – passata lo scorso giugno nelle mani di Sms Finance, la holding di Silvio Scaglia – il numero uno del gruppo commenta: “Con il senno di poi, è stato meglio così: non sono convinto che il top di gamma, nell’abbigliamento intimo, possa crescere. I 40 milioni che avremmo utilizzato per l’acquisto e il rilancio di La Perla li abbiamo investiti internamente”. E anche nella mantovana Aimée, l’azienda che produce abiti da sposa, in cui il gruppo veronese è entrato lo scorso mese con una quota del 40 per cento. Quanto al retail, l’azienda punta alla Russia e all’Estremo Oriente, con l’idea di arrivare nel corso di quest’anno a 3.700-3.800 negozi nel mondo.